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Venti anni dopo (volume 3)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 50 — .
   •— No, niente spada, niente spada ! — disse d'Artagnan, — la spada è pei gentiluomini.
   E afferrando il beccaio alla gola:
   — Porthos, — diss'egli, — ammazzatemi quest'uomo con un buon colpo di pugno.
   Porthos alzò il suo braccio terribile, lo fece fendere l'aria come il ramo d'un albero, e la mazza pesante cadde con sordo rumore sul cranio del vile, che si screpolò.
   L'uomo cadde come cade un bue sotto il martello.
   I suoi compagni vollero gridare, vollero fuggire, ma la voce non venne loro alle labbra e le loro gambe tremanti si piegarono sotto di essi.
   — Dite questo anche a quelli, Athos, — continuò d'Artagnan : — « Così morranno coloro che dimenticano che un uomo incatenato è un essere sacro, e che un re prigioniero è due volte il rappresentante del Signore ».
   Athos ripetè le parole di d'Artagnan.
   I due uomini muti, coi capelli irti guardavano il corpo del loro compagno che era immerso in una chiazza di sangue nerastra; poi trovando infine la voce e le forze, essi fuggirono con un grido e giungendo le mani.
   — Giustizia è fatta ! — disse Porthos, — asciugandosi la fronte.
   — Ed ora, — disse d'Artagnan ad Athos, — non dubitate di me, e state tranquillo, io m'incarico di tutto ciò che riguarda il re.
   LXIX.
   Wh ite-Hall.
   Il Parlamento condannò Carlo Stuart a morte com'era facile prevedere. I giudizi politici son quasi sempre vane formalità, perchè le stesse passioni che fanno accusare, fanno anche condannare. Tale è la terribile logica delle rivoluzioni.
   Quantunque i nostri amici s'aspettassero quella condanna, pure li riempì di dolore. D'Artagnan, il cui spirito non avea mai avuto tanta dovizia di espedienti come nei punti estremi, giurò di nuovo ch'ei tenterebbe ogni cosa al mondo ner impedire lo scioglimento dalla sanguinosa tragedia. Ma