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Venti anni dopo (volume 3)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 53 — .
   sare pel corpo un di quei fremiti glaciali che la morte ci getta come euo primo mantello.
   Allora in quella camera che gli rammentava tanti ricordi reali, dove erano passate tante cortigiane e tante blandizie, egli solo con un servitore desolato la di cui anima debole non poteva sostenere la sua, il re lasciò cadere il suo coraggio al livello di quella debolezza, di quelle tenebre, di quel freddo invernale, e il mondo dirà che quel re morì così grande, così sublime, col sorriso della rassegnazione sulle labbra.
   D'improvviso s'udirono passi nel corridoio, la porta s'aperse, alcune torce empirono la camera d'una luce fumosa, ed un ecclesiastico, vestito degli abiti vescovili, entrò seguito da due guardie, alle quali Carlo fe' colla mano un gesto imperioso. Le due guardie si ritirarono : la camera tornò nell'oscurità.
   — Juxon ! — esclamò Carlo, — Juxon ! Grazie, mio ultimo amico, giungete a proposito.
   Il vescovo gittò uno sguardo obliquo e inquieto sull'uomo che singhiozzava nell'angolo del focolare.
   — Suvvia, Parry, — disse il re, — non piangere; vedi che Dio viene a noi.
   — Se è Parry, — disse il vescovo, — non ho più nulla a temere; sicché, sire, permettetemi di salutare Vostra Maestà e di dir chi sono e perchè vengo.
   A quella vista, a quella voce, Carlo 6tava per gridare, ma Aramis si pose un dito alle labbra e salutò profondamente il re d'Inghilterra.
   — Il cavaliere... — mormorò Carlo.
   — Sì, o sire, — interruppe Aramis alzando la voce, sì, il vescovo Juxon, fedele cavaliere di Cristo, e che si reca agli ordini di Vostra Maestà.
   Carlo congiunse le mani, avea riconosciuto d'Herblay ; rimaneasi stupefatto, annichilito dinanzi a quegli uomini, che stranieri, senz'altro movente fuor che un obbligo loro imposto dalla loro coscienza lottavano in tal modo contro la volontà del popolo e il destino del re.
   — Voi, — disse il re. — Come giungete fin qui? Buon Dio, se vi riconoscessero, sareste perduto.
   Parry era in piedi, tutta la sua persona esprimeva il sentimento di una ingenua e profonda ammirazione.
   — Non pensate a me, sire, — disse Aramis raccomandando sempre del gesto il silenzio al re, — non pensate che a voi: i vostri amici vegliano, lo vedete: non so ancora