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cosa faremo: ma quattro uomini risoluti possono molto. Intanto non chiudete occhio tutta notte, non vi meravigliate di nulla, ed aspettatevi tutto.
Carlo scosse la testa.
— Amico, — disse, — sapete che non avete tempo da perdere, e che se volete operare bisogna far presto ? Sapete che è domani alle dieci che devo morire?
— Sire, qualche cosa accadrà da rendere impossibile l'esecuzione.
Il re guardò Aramis meravigliato.
In quel momento s'udì al disotto della finestra un rumore strano d'un carro di legna che si scarica.
— Udite? — disse il re.
Quel rumore fu seguito da un grido di dolore.
— Ascolto, — disse Aramis, — ma non capisco cosa sia quel rumore, e soprattutto quel grido.
— Non so chi abbia emesso quel grido, — disse il re; — ma di quel rumore potrò rendervene conto. Sapete che debbo essere decapitato fuori di questa finestra? — aggiunse Carlo stendendo la mano verso la piazza cupa e deserta, popolata soltanto da soldati, e da sentinelle.
— Sì, sire, — disse Aramis; — lo so.
— Or bene, la legna che stanno scaricando sono le travi e le tavole per formarmi il patibolo. Qualche operaio si sarà ferito scaricandole.
Aramis fremette suo malgrado.
— Voi lo vedete, — seguitò il re, — gli è inutile che vi ostiniate di più, lasciatemi subir la mia sorte.
— Sire, — disse Aramis, ripigliando la serenità un istante turbata, — essi potranno preparare il patibolo, ma non troveranno il giustiziere.
— Che dite?
— Dico che a quest'ora il carnefice fu sedotto e rapito : domani il palco sarà pronto, ma mancherà il carnefice: l'esecuzione quindi sarà differita a dopo domani.
— Or dunque?
— Or dunque, domani notte vi portiam via.
— Come? — esclamò il re sul cui volto, suo malgrado, brillò un lampo di gioia.
— Oh, signore, — mormorò Parry a mani giunte, — siate benedetto voi ed i vostri.
— Ma in che modo? - rispose il re; — bisogna bene che lo sappia, se v'ho da secondare in caso di bisogno.
— Non so. nulla, sire, — disse Aramis, ma il più