Stai consultando: 'Venti anni dopo (volume 3) ', Alessandro Dumas (padre)

   

Pagina (58/275)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (58/275)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Venti anni dopo (volume 3)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   — 56 — .
   L'uomo dallo sguardo losco si ritirò non senza aver osservato Juxon con una specie d'attenzione, che non isfuggì al re.
   — Cavaliere, — diss'egli quando la porta fu chiusa, — credo abbiate ragione, e che quest'uomo sia venuto qui con cattive intenzioni; badate, ritirandovi, che non vi accada sventura.
   — Sire, — disse Aramis, — ringrazio Vostra Maestà, ma si tranquillizzi; sotto questa veste ho una cotta di maglia ed un pugnale.
   — Andate, signore, e Dio v'abbia nella sua santa custodia, come solevo dire quand'ero re.
   Aramis uscì. Carlo lo accompagnò sino al limitare. Aramis lanciò la sua benedizione che fe' inginocchiare le guardie, passò maestosamente attraverso alle anticamere piene di soldati, risalì nella carrozza ove lo seguirono i suoi custodi, e si fece accompagnare al vescovado, ov'essi lo abbandonarono.
   Juxon aspettava con ansia.
   — Orbene? — disse scorgendo Aramis.
   — Orbene, — disse costui, — tutto è riuscito a seconda i miei desideri. Spie, guardie, satelliti, m'han preso per voi, e il re vi benedice, aspettando che lo benediciate.
   — Dio vi protegga, figliuol mio, perchè il vostro esempio m'ha dato ad un tempo speranza e coraggio.
   Aramis ripigliò i suoi abiti e il suo mantello, ed uscì, avvertendo Juxon che avrebbe di nuovo ricorso a lui.
   Appena fatti dieci passi nella contrada, 6'accorse d'essere seguito da un uomo ravvolto in un gran mantello; ei pose la mano sul pugnale e si fermò. L'uomo mosse diritto verso di lui. Era Porthos.
   — Caro amico ! — disse Aramis, stendendogli la mano.
   — Lo sapete, mio caro, — disse Porthos, — ognuno di noi aveva la sua missione ; la mia era di farvi la guardia, e l'ho fatta. Avete parlato col re?
   — Sì, e tutto va bene. Ora, dove sono i nostri amici?
   — Abbiamo appuntamento alle undici all'albergo.
   — Non c'è tempo da perdere allora, — disse Aramis.
   Difatti dieci ore e mezzo suonavano alla chiesa di San
   Paolo.
   I due amici, avendo affrettato il passo, giunsero i primi.
   Dopo di essi entrò Athos.
   -— Tutto va . bene, — diss'egli, prima che i 6uoi amici avessero avuto tempo d'interrogarlo.