Stai consultando: 'Venti anni dopo (volume 3) ', Alessandro Dumas (padre)

   

Pagina (64/275)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (64/275)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Venti anni dopo (volume 3)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   — 62 — .
   da Juxon per penetrare, se fosse possibile, con lui nella stanza del re.
   Tutti tre avevano convegno a mezzogiorno- sulla piazza di Whitc-Iiall per vedere che cosa accadesse.
   Prima di abbandonare il palco, Aramis s'era avvicinato all'apertura ov'era nascosto Athos per annunciargli che stava per provarsi a rivedere Carlo.
   — Addio, dunque e buon coraggio, — disse Athos; — mettete al fatto il re di come stanno le cose; ditegli che quando sarà solo, batta il pavimento di legno, affinchè io possa continuare sicuro l'opera mia. Se Parry potesse aiutarmi staccando prima la lastra inferiore del focolare che senza dubbio sarà di marmo, sarà tanto lavoro di meno. Voi, Aramis, procurate di non abbandonare il re. Parlate forte, molto forte*, poiché staranno ad ascoltarvi alla porta. Se v'è una sentinella nell'interno dell'appartamento, uccidetela senza pensarci su ; se ce ne sono due, uccidetene una voi e una l'uccida Parry, se ce ne sono tre, fatevi uccidere, ma salvate ,il re.
   — State tranquillo, — disse Aramis; — prenderò due pugnali per darne uno a Parry. Occorre altro?
   — Basta così, andate; ma raccomandate al re di non aver della falsa generosità. Mentre voi vi batterete, se c'è un combattimento, che fugga; la lastra una volta rimessa sopra la sua testa, siate voi vivo o morto sopra quella lastra, ci vorranno dieci minuti almeno per trovare il buco per il quale il re è fuggito. Durante quei dieci minuti noi avremo percorso un buon tratto ed il re sarà fuor di pericolo.
   — Sarà come voi dite, Athos. Datemi la mano, perchè può darsi che non ci vediamo più.
   Athos passò le braccia intorno al collo di Aramis e lo abbracciò.
   — Per voi, — diss'egli. — Adesso, se muoio, dite a d'Artagnan che l'amo come un figlio, e abbracciatelo per me. Abbracciate pure il nostro bravo e buon Porthos. Addio.
   — Addio, —disse Aramis. — Io sono così sicuro ora che il re fuggirà, come sono sicuro di tenere e di stringere la mano più leale che vi sia al mondo.
   Aramis lasciò Athos, discese dal palco egli pure e ritornò all'albergo, zufolando l'aria d'una canzone in onore a Cromwell .
   Trovò i suoi due altri amici seduti a -tavola vicini ad un