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Venti anni dopo (volume 3)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 242 — .
   cinque o sei ore. Ma prima di partire, egli pensò che, per un uomo di spirito e sperimentato, era una condizione singolare quella di viaggiare nell'incertezza, lasciando la sicurezza dietro di se. ^
   _ Infatti, — diss'egli a 60 stesso nel momento di montare a cavallo per compiere la sua pericolosa missione, — Athos è un eroe da romanzo per la sua generosità; Porthos ha un naturale eccellente, ma facile a subire l'altrui potenza • Aramis un viso geroglifico, vale a dire sempre indecifrabile. Cosa produrranno quei tre elementi, quando io non sarò più colà a collegarli tra di loro?... la liberazione del cardinale, forse. Ora, la liberazione del cardinale, è la rovina delle nostre speranze, e le nostre speranze sono fino al presente l'unica ricompensa di vent'anni di lavoro, di fronte ai quali quelle di Ercole sono opere da pigmei.
   Volle andare a trovare Aramis.
   — Voi, mio caro cavaliere d'Herblay, 6Ìete la Fronda incarnata, — gli disse. — Diffidate dunque di Athos che non vuol fare gli affari di nessuno, neanche i suoi. Diffidate sopratutto di Porthos, che, per far piacere al conte, che considera come la divinità sulla terra, lo aiuterà a far evadere Mazarino, solo che Mazarino abbia lo spirito di piangere e di fare della cavalleria.
   Aramis sorrise o >1 suo sorriso astuto e sostenuto nel tempo stesso.
   — Non dubitate di nulla, — diss'egli, — ho da proporre le mie condizioni. Io non lavoro per me, ma per gli altri. Bisogna che la mia ambizioncella riesca a profitto di chi ne ha diritto.
   — Bene, — pensò d'Artagnan, — da questo lato posso star tranquillo.
   Strinse la mano ad Aramis e andò a trovare Porthos.
   — Amico, —diss'egli, — voi avete tanto lavorato con me da edificare la vostra fortuna, e al momento in cui siamo per raccogliere il frutto del nostro lavoro, sarebbe una ridicola minchioneria se vi lasciaste dominare da Aramis, del quale voi conoscete la scaltrezza, scaltrezza che, diciamolo fra noi, non è scevra di egoismo; oppure da Athos, uomo nobile e disinteressato, ma anche 6tufo di tutto, che non desiderando più nulla per sè, non comprende che gli altri possano avere dei desideri. Cosa direste voi, se uno o l'altro dei nostri due amici vi proponesse di lasciar andare Mazarino ?