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Venti anni dopo (volume 3)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 243 — .
   — Eh, direi che abbiamo faticato troppo a pr6n{jeri0 per lasciarlo andare così.
   — Bravo ! Voi avete ragione, caro amico ; poiché lasciandolo andare, voi perdereste la vostra baronia che tenete tra le mani ; senza contare che una volta fuori di qui Mazarino vi farà impiccare.
   — Capperi! lo credete?
   — Ne sono sicuro.
   — Allora ucciderei tutti piuttosto di lasciarlo scappare.
   — E avreste ragione. Non si tratta, comprenderete, quando abbiamo creduto di fare l'affar nostro, d'aver fatto quello dei frondisti, perchè d'altronde coloro non intendono le questioni politiche come le intendiamo noi che siamo vecchi soldati.
   — Non mi occorre che questa considerazione, mio caro d'Artagnan, perchè mi decida a fare il mestiere del carceriere. Vi dò la mia parola che voi ritroverete il cardinale dove l'avete lasciato.
   — Questo mi rassicura meglio di tutte le firme reali, — pensò d'Artagnan. — Ora che ho parlato di Athos posso partire.
   D'Artagnan partì infatti, senz'altra scorta che la sua spada, ed un semplice lasciapassare di Mazarino per giungere dalla regina.
   Sei ore dopo la sua partenza da Pierrefonds, egli era a San Germano.
   La scomparsa di Mazarino era ancora ignota; Anna d'Austria soltanto la sapeva e nascondeva la sua inquietudine ai suoi intimi. Avevano trovato nella camera di d'Artagnan e di Porthos i due soldati legati ed imbavagliati. Questi erano stati soccorsi per far loro ricuperare l'uso delle membra e della parola; ma essi non potevano dire che quel poco che sapevano, cioè come erano stati adescati, legati e spogliati. Ma riguardo a ciò che avevano fatto Porthos e d'Artagnan alla loro uscita dalla prigione, essi lo ignoravano al pari di chiunque altro del castello.
   Solo Bernouin ne sapeva un pochino di più degli altri. Questi non vedendo ritornar il suo padrone e sentendo suonar la mezzanotte, si era preso l'incarico di entrare nel padiglione degli aranci. La prima porta barricata con dei mobili gli aveva già dato qualche sospetto; ma tuttavia non aveva voluto partecipare i suoi sospetti a nessuno, e aveva pazientemente tracciato il suo passaggio mezzo a tutto quell'ingombro. Poi era giunto al corridoio, del quale