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Venti anni dopo (volume 3)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 246 — .
   quillamente al re Carlo I, il cognato del defunto re vostro marito lo sposo di madama Enrichetta, vostra sorella e vostra ospite, e perchè noi abbiamo fatto quanto abbiamo potuto per salvare la vita del martire reale. Noi eravamo dunque convinti, io ed il mio amico, che vi doveva essere qualche errore di cui noi eravamo vittime e che una spiegazione tra noi e Sua Eminenza era necessaria. Ora, perchè una spiegazione porti i suoi frutti, bisogna che si faccia tranquillamente, lungi dai rumori e dagli importuni. Perciò abbiamo condotto il cardinale,nel castello del mio amico, e là ci siamo spiegati. Ebbene madama, ciò che avevamo previsto è successo, è stato proprio un errore. Il signor Mazarino aveva creduto che noi avessimo servito il generale Cromwell, invece d'aver servito il re Carlo, la qual cosa sarebbe stato un disonore che da noi si sarebbe riversato su di lui, da lui a Vostra Maestà, una vigliaccheria che avrebbe macchiato al suo stipite la dignità reale del vostro illustre figlio. Ora noi gli abbiamo provato il contrario e questa prova noi siamo pronti a darla a Vostra Maestà, appellandoci all'augusta vedova che piange nel palazzo del Louvre, dove l'ha alloggiata la vostra reale munificenza. Questa prova lo ha tanto soddisfatto, che in segno di soddisfazione mi ha mandato, come può vedere Vostra Maestà; ed ora delle riparazioni dovrete naturalmente dare a delle persone mal apprezzate ed a torto perseguitate.
   — Vi ascolto e vi ammiro, signore,--disse Anna d'Austria. — In verità ho visto ben di rado un simile eccesso l'imprudenza.
   — Suvvia, — disse d'Artagnan, — ecco che Vostra Maestà s'inganna ella pure intorno alle nostre intenzioni, come ha fatto il cardinale Mazarino.
   — Voi siete in errore, signore, — disse la regina, — ed io mi sbaglio tanto poco, che tra dieci minuti voi sarete arrestato, e tra mezz'ora io partirò per andare a liberare il mio ministro alla testa del mio esercito.
   — Io sono certo che Sua Maestà non commetterà mai simile imprudenza, —disse d'Artagnan, — prima perchè sarebbe inutile e condurrebbe a risultati disastrosi. Poiché prima d'esser liberato, il cardinale sarà morto, e Sua Eminenza è tanto convinto della verità di quanto dico, che mi ha pregato, al contrario, nel caso in cui io vedessi Vostra Maestà in questa disposizione, di far tutto quello che posso per farle mutar divisamente.
   — Or bene, mi accontenterò allora di farvi arrestare.