— 24:8 —
sentimenti e pel valore. Guardate infine il vostro popolo, che è pure qualche cosa per una regina, il vostro popolo che vi ama e che soffre cionondimeno, che voi amate ma che però è affamato, che non domanda di meglio che di benedirvi e che tuttavia voi... No, ho torto; giammai il vostro popolo vi maledirà madama. Or bene ! dite una parola e tutto è finito, e la pace succederà alla guerra, la gioia alle lagrime, la felicità alle disgrazie.
Anna d'Austria guardò con un certo stupore il viso marziale di d'Artagnan, sul quale si poteva leggere una singolare espressione di intenerimento.
— Perchè non avete detto tutto questo prima d'agire!
— diss'ella.
— Perchè, madama, si trattava di provare a Vostra Maestà una cosa di cui ella dubitava, a quanto pare: cioè che noi valiamo ancora qualche cosa e che è giusto che si faccia caso di noi.
— E questo valore non indietreggerà davanti a nulla, nevvero, a quanto pare?! — disse Anna d'Austria.
— Esso non è mai retrocesso davanti a nulla pel passato,
— disse d'Artagnan; — perchè dovrebbe esser da meno per l'avvenire?
— E questo valore, in caso di rifiuto, e per conseguenza in caso di lotta, si spingerebbe sino a levare ine stessa di mezzo alla corte per abbandonarmi alla Fronda, come voi volete consegnare il mio ministro?
— Non ci abbiamo mai pensato, madama, — disse d'Artagnan con quella furfanteria guascone che in bocca sua pareva ingenuità ; — ma se lo decidessimo tra noi quattro, lo faremmo certamente.
—- Dovevo saperlo, — mormorò Anna d'Austria, — sono uomini di ferro.
— Ohimè! madama, — disse d'Artagnan, — ciò mi prova che è soltanto oggi che Vostra Maestà ha una giusta idea, di noi.
— Bene, — disse Anna, — se quest'idea l'avessi finalmente...
. — Vostra Maestà ci renderà giustizia. Rendendoci giustizia, non ci tratterà più come uomini ordinari e volgari. Essa vedrà in me un ambasciatore degli alti interessi che è incaricato di discutere con voi.
— Dov'è il trattato?
— Eccolo qui.