— 263 — .
gli soffocò la parola, si irrigidì in un'ultima convulsione e spirò.
— Indietro, canaglie! — esclamò d'Artagnan. — Il vostro capo è morto, e voi non avete nulla da fare qui.
In fatti, come se il conte di Rochefort fosse stato l'anima dell'offensiva che si sferrava dal lato della carrozza del re, tutta la folla che l'aveva seguito e che lo ubbidiva, prese la fuga vedendolo cadere. D'Artagnan fece impeto con una ventina di moschettieri nella via del Gallo e quella parte di rivoltosi scomparve come una nuvola sparpagliandosi sulla piazza di San Germano-l'Auxerroi e dirigendosi verso il lungo Senna.
D'Artagnan ritornò per recar soccorso- a Porthos, se questi ne aveva bisogno; ma Porthos dal canto suo, aveva compiuta l'opera sua colla stessa coscienza di d'Artagnan. La sinistra della carrozza era non meno sgombra della destra, e furono sollevate le tende della portiera che Mazarino, meno belligero del re, aveva fatto abbassare per cautela.
Porthos aveva una cera molto malinconica.
— Che diavolo di faccia mi fate, Porthos? e che aria singolare assumete per essere vittorioso !
-- Ma, voi pure, — disse Porthos, — mi sembrate molto commosso.
— C'è il suo perchè, perdio ! ho appena ucciso un vecchio amico.
— Davvero? — disse Porthos, — chi dunque?
— Quel povero conte di Rochefort!...
— Or bene, lo stesso avvenne a me; ho ucciso un uomo la cui fisionomia non m'è sconosciuta; sfortunatamente l'ho colpito al capo, e in un momento ebbe il viso tutto insanguinato.
— E non disse nulla cadendo ?
— Sì, disse... Ouf !
— Comprendo, — disse d'Artagnan, non potendo frenarsi dal ridere, — se non ha detto di più ciò non deve avervi molto illuminato.
— Or dunque, signore? — domandò la regina.
— Madama, — disse d'Artagnan, — la strada è perfettamente libera, e Vostra Maestà può continuare il suo viaggio.
In fatti, tutto il seguito arrivò senz'altre disgrazie nella chiesa di Nostra Signora; giuntivi trovarono tutto il clero, con a capo il Coadiutore °he aspettava il re, la regina ed