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Vite degli Eccellenti Comandanti

Cornelio Nipote
Casa Editrice Sonzogno Milano, 1927, pagine 104

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   4 CORNELIO NIPOTK.
   avrebbero appena assicurata la sua memoria, se la critica moderna non avesse attribuito a lui un piccolo lavoro divenuto presto popolare nelle scuole.
   Nel 1471 uscì dai torchi di Jenson a Venezia un volume in 4° intitolato .-Emilii Probi de vita excel-lentium imperatorum, contenente la biografìa di venti illustri generali, di diciannove greci e d'un perso, nell'ordine seguente, che si trova identico in tutti i manoscritti : Milziade, Temistocle, Aristide, Pausania, Ci-mone, Lisandro, Alcibiade, Trasibulo, Conone, Dione, Ificrate, Cabria, Timoteo, Datarne, Epaminonda, Pelo-pida, Agesilao, Eumene, Focione, Timoleonte.
   In seguito venivano due capitoli intitolati De Regibus, in cui parla brevemente di alcuni re della Persia e della Macedonia, dell'antico Dionisio di Sicilia e di altri importanti successori di Alessandro.
   L'opera finisce colle biografie d'Amilcare e di Annibale.
   Una seconda edizione dello stesso lavoro fu pubblicata a Venezia, in 4°, senza data, da Bernardino Veneto, dove si trova in più una biografia di Catone.
   La prima parte del volume porta il titolo AZmiliì Probi historici Excellentium imperatorum vitce; la seconda /Emilii Probi De virorum illustrium vita. Una terza edizione in 4° priva di data e di nome e senza l'indicazione del luogo e da chi fu stampata, ma riconosciuta per lavoro milanese, non posteriore al 1496, fu pubblicata col titolo JEmìlius Probus, De Vi-ris illustribus coll'aggiunta della Vita di Catone. Comparvero nella prima metà del sedicesimo secolo, gran numero di edizioni di questo lavoro, ma senza notabili cambiamenti, eccettuata l'edizione di Strasburgo, 1506, che dietro l'autorità di parecchi manoscritti, attribuì la Vita d'Attico a Cornelio Nipote. L'edizione di Dionisio Lambin (Parigi 1569, in 4°) segna un'epoca decisiva nell' istoria del libro attribuito ad /Emilius Probus. Lambin non s'accontentò di rivedere il testo con grande cura, ma rivendicò l'opera di Cornelio Nipote. Suo principale argomento ó che lo stile di queste biografie è troppo semplice per appartenere alla lingua incorretta, ricercata, oscura e quasi barbara della fine del quarto secolo nel quale visse Probo.