34 VITE DKGI,I ECCELLENTI COMANDANTI
volando egli ridurre quell'isola in potere dogli Ateniesi, ed esortando perciò gl'isolani ad arrendersi spontaneamente, quelli risposero come per beffa che ciò avrebbero fatto allorquando Milziade di casa partendosi colle sue navi, venisse portato a Lenno dalla tramontana ; imperciocché questo vento levandosi da settentrione, soffia contro chi viene da Atene. Milziade, non avendo tempo d'indugiare, verso là, ove inviato era, seguitò il suo viaggio, e pervenne al Chersoneso.
II. Ivi iu breve tempo rotte le armate de' barbari e signore fattosi di tutto il paese, ov'era entrato, si pose a guernir di fortezze i luoghi a ciò opportuni, distribuì per le campagne la gente che aveva seco condotta, e con frequenti scorrerie la provvide di ricchezze. Nel che non fu meno dalla prudenza assistito che dalla fortuna. Imperciocché dopo d'avere col valore de' suoi soldati disfatto il nemico, ordinò le cose con somma equità; e quivi determinò di fermar anch'egli sua dimora. E quantunque non avesse fra quella gente nome di re, pure l'autorità sua non era che reale, 11 che aveva ottenuto tanto col-l'usar giustizia, quanto colla sovranità del comando. Né quantunque lontano, lasciava però di prestare uffici agli Ateniesi. — Il che era cagione, che accondiscendevano ugualmente alla durazione del suo governo quei che lo aveano colà mandato, e quei che partiti si erano seco lui. In tal guisa stabilitosi nel Chersoneso, ritorna a Lenno e chiede, secondo il patto, gli diano la città nelle mani; come quelli che avevan detto che a lui sarebbonsi ren-duti qualora egli partitosi di casa sua col favore della tramontana fosse giunto a Lenno; che quanto alla sua casa era nel Chersoneso. I Carii, in man de' quali era allora quell'isola, quantunque la cosa avvenuta fosse fuor d'ogni loro aspettazione, nulla di meno presi non dal detto, ma dalla fortuna degli avversari, non osarono far resistenza, e abbandonarono Lenno. Con ugual felicità assoggettò agli Ateniesi tutte le altre isole, che Cicladi si appellano.
III. In quei tempo stesso Dario re de' Persiani, condotto un esercito dall'Asia nell'Europa, determinò di mover guerra agli Sciti : e fece fare un ponte sull'Istro pei far passare le sue truppe. Il qual ponte lasciò poi in guardia ai principali che seco dalla Jonia e dall' Eolide avea condotti, a' ciascuno de' quali avea distribuito le signorie perpetue delle stesse città, avvisando di cosi più agevolmente ritenere in suo dominio que' popoli dell'Asia, che parlavano greco, se avesse affidato la difesa delle piazze loro a' suoi amici, i quali, perduto lui, perduta avessero ogni speranza di scampo. Nel numero di quelli, a' quali fu que Ila guardia commessa, si trovò Milziade. Frattanto