I. MILZIADE. 7
recando sposso messaggeri, che a Dario le cose andavar male e ohe era stretto dagli Sciti, Milziade esortò i guardiani del ponte a non lasciare sfuggir l'occasione che la fortuna loro presentava, di porre in libertà la Grecia. Imperciocché se Dario con ia sua armata fosse perito, non pur l'Europa si sarebbe messa in sicuro, ma i Greci dell'Asia avrebbero scosso il giogo dei Persiani, né più d'allora in poi gli avrebbon temuti. — Imperciocché tagliato che fosse il ponte, il re o per man de' nemici, o per penuria, sarebbe in pochi giorni mancato. Comechè piacesse alla maggior parte il consiglio di Milziade, pure Istieo da Mileto ne impedi l'esecuzione, dicendo che l'interesse di chi avea il governo era diverso da quello della moltitudine; che il comando loro e l'autorità si appoggiava tutta sul regno di Dario, tolto di vita il quale, essi spogliati del comando ne avrebbero pagato il fio a' concittadini loro, e che per questo egli era tanto lungi dal-l'approvare il sentimento degli altri, che anzi nulla stimava poter loro essere più vantaggioso, che il rinforza-mento del doniinio de' Persiani. Avendo costui tirato la moltitudine dèi suo partito, Milziade tenendo per fermo che i suoi consigli, per esser palesi a tanti, si sarebbero rapportati al re, si tolse dal Chersoneso, e ritornò in Atene. Quantunque non gli sia riuscito di far eseguire il suo progetto, pure è degno di molta lode, essendosi dimostrato più amante della comune libertà, che della propria signoria.
IV. Dario poi tornato d'Europa in Asia, dagli amici esortato a impadronirsi della Grecia, allestì una flotta di 500 navi e ne diede il comando a Dati e ad Artaferne, dando 200 mila fanti, e 10 mila cavalli, allegando pretesto che egli era nemico agli Ateniesi, perciocché col-l'ajuto loro gli Jonii avevano espugnato i Sardi e tagliatane a pezzi la guarnigione. I regi comandanti avendo approdato coll'armata navale ad Eubea, presero in poco tempo Eretria, e toltine tutti i cittadini, li mandarono al re in Asia, Di là passarono nell'Attica, e disposero le truppe nel campo Maratone, che è lontano dalla città intorno a dieci miglia. Sorpresi gli Ateniesi da questo rischio si vicino e si grande, non ebbero tempo ai chieder altronde ajuto che dagli Spartani. Spedirono dunque a Sparta Filippide , uno di que' corrieri che si chiamano Emerodromi, il quale esponesse di quanto pronto soccorso abbisognassero. Intanto crearono nella città dieci pretori per dirigere l'esercito; fra questi Milziade. Qui-stionarono questi lungamente insieme, se fosse meglio tenersi sulle difese entro le mura; oppure uscir in campo e farsi incontro al nemico. Milziade solo sosteneva fortemente, che s'avesser Renza indugio a far gli accamp»-