34 VITE DKGI,I ECCELLENTI COMANDANTI
menti. Che ciò facendosi sarebbesi a' cittadini accresciuto il coraggio, mostrando di aver fede nel loro valore, e per la medesima ragione sarebbero stati meno arditi i nemici, veggendo che un si scarso numero aveva cuore di affrontarsi con loro.
V. In questa circostanza niuna città si dichiarò in favore degli Ateniesi, se non Platea, che mandò loro in soccorso mille uomini. Colla giunta di questi si trovò compito il numero di diecimila combattenti, tutti bramosissimi di venire alle mani. Questo fu cagione che il parere di Milziade solo prevalse a tutti gli altri. E in fatti guadagnati gli Ateniesi dall'autorità di lui, fecero uscir fuori dalla città le truppe, e in acconcio luogo accamparono. E il di seguente a piè del monte schierato il campo di fronte con arte nuova, con sommo vigore diede battaglia. Imperciocché avevano avuta l'accortezza di disporsi in sito ove gli alberi tratto tratto essendo radi l'altezza de' monti servisse loro di riparo, e le Ale degli alberi imbarazzassero la cavalleria in modo che non potessero essere cerchiati dalla moltitudine. Dati, comechè vedesse che il sito non era per lui troppo vantaggioso, pure confidando nel gran numero de' suoi soldati, desiderava di venir a giornata, tanto più che giudicava più utile per lui un fatto d'armi avanti che giugnesse ai nemici il soccorso degli Spartani. Per la qual cosa schierò in battaglia 100 mila fanti e 10 mila cavalli, e attaccò. Nel qual fatto tanto più di valore dimostrarono gli Ateniesi che misero in rotta un'armata dieci volte più numerosa della loro; e si fattamente la scompigliarono che i Persiani non al campo ma alle navi si riparavano. Della qual battaglia, non ve n'è stata finora altra più ragguardevole, non essendo mai accaduto, che un sì piccol numero, sì poderoso esercito abbattesse.
VI. Non sarà fuor di proposito il far osservare qua) premio abbia avuto Milziade di questa vittoria; acciocché più agevolmente comprender si possa, che tutte le città sono della stessa natura. Siccome gli onori del nostro popolo furono un tempo rari, e di poco sfarzo; e per la medesima ragione ambiti; ed ora, per lo contrario ampliati, ed inviliti; lo stesso troviamo che avvenisse una volta presso gli Ateniesi. Imperciocché questo Milziade, di Atene e di tutta la Grecia liberatore, fu rimeritato con quest'onore, che dipingendosi nel portico chiamato Pecile il fatto di Maratona, la sua immagine nel numero de' dieci pretori si pose la prima in atto di animare 1 soldati, e per dar battaglia. Quel medesimo popolo, dappoiché, ingrandito il suo imperio, fu corrotto dalle profusioni de'magistrati, alzò 300 statue a Demetrio Fa-lereo.