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VITE DEGLI ECCELLKNT1 COMANDANTI
Ili
ARISTIDE.
i. Aristide, emulo di Temistocle, è condannato all'esilio per le sii» virtù; é richiamato in patria prima del tempo — II. Creato pretore contro Mardonio, fa collegare quasi Eulte le città della Grecia cogli Ateniesi, ai quali vien trasferita la supremazia del mare. 111. Presiede all'erario comune della Grecia; muore povero oltremodo.
I. Aristide, ateniese, figliuolo di Lisimaco, fu quasi coetaneo di Temistocle e fu suo competitore nella maggioranza, facendo tra di loro partito contrario. In questi due si conobbe quanto prevalesse l'eloquenza all'integrità. Imperciocché quantunque Aristide fosse a sì alto grado disinteressato, che a lui solo a memoria d'uomini, per quanto ne abbiamo udito, fu dato il soprannome di Giusto; nulla di meno da Temistocle rovinato, con quel loro ostracismo, fu condannato all'esilio di dieci anni. Il quale avendo veduto essere impossibile il reprimere un popolo sollevato ; nell' atto del ritirarsi dicesi che abbattendosi in uno il quale stava scrivendo eh' ei fosse dalla patria discacciato, gli domandò perchè ciò facesse, o qual delitto avesse commesso Aristide, per cui si fosse cotanta pena meritata: al quale colui rispose, che egli veramente non conosceva Aristide, ma che non gli piaceva, che tanto desiderosamente si fosse adoperato per essere, a differenza degli altri, chiamato giusto. Ma non finì in esilio tutto il tempo prescrittogli dalla sentenza. Imperciocché essendo occupato Serse nella Grecia, intorno al sesto anno della sua condanna fu richiamato in patria per decreta della plebe.
II. Si trovò alla battaglia navale presso Salamina, che segui prima che fosse dalla pena liberato Fu anche pretore degli Ateniesi presso a Platea nella battaglia, in cui Mardonio fu rotto e l'esercito dei barbari tagliato a pezzi. Altro illustre fatto non si ha di costui in cose di guerra, fuorché la memoria di questo magistrato; ma molti ne abbiamo di giustizia, di moderazione e d'integrità. E primieramente, che trovandosi egli nella rotta comune della Grecia insieme con Pausania, sotto la cui condotta Mardonio era stato messo in fuga, per la moderazione di Aristide la soprintendenza del mare si trasferisse dagli Spartani agli Ateniesi. Imperciocché avanti quel tempo Uli Spartani governavano in terra e in mare; ed allora