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Vite degli Eccellenti Comandanti

Cornelio Nipote
Casa Editrice Sonzogno Milano, 1927, pagine 104

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   34 VITE DKGI,I ECCELLENTI COMANDANTI
   she uiuno gli antepongo per la fede, per la costanza, per la grandezza dell'animo, e per l'amore verso la patria. Imperciocché, conciossiachè molti abbiano desiderato , e pochi ottenuto di liberar la patria da un solo tiranno, a costui è riuscito di liberarla da trenta, sotto il cui servaggio era oppressa. Ma niuno avanzandolo in queste virtù, molti, non so come, di fama lo superarono. In primo luogo nella guerra del Peloponneso molte cose fece costui senza di Alcibiade: e quegli per lo contrario n una ne fece senza costui, le quali tutte per certo naturai talento colui fece sue. Ma quelle per altro le hanno tutte comuni i generali co' loro soldati, e con la fortuna, per-tiocchè ne' fatti d'arme l'affare si estende dal consiglio di chi comanda fino alle forze d'ognuno de' combattenti. Perciò dal generale alcune cose per suo diritto ripete il soldato, e moltissime poi la fortuna, con le quali può con ragione vantarsi di aver avuto maggior parte all' opera, che non la prudenza del condottiere. Laonde quella gloriosissima azione è tutta di Trasibulo. Imperciocché essendo Atene tenuta in servaggio da trenta tiranni, postivi dagli Spartani, i quali di moltissimi cittadini, dal destino delle guerre risparmiati, parte avendone scacciati dalla patria, e parte uccisi, e di gran numero confiscati i beni, e tra loro divisi, Trasibulo non pur capo, ma a! principio solo dichiarò loro la guerra.
   II Imperciocché ricoveratosi in File (castello nell' Attica ben guernito) non aveva seco più di trenta de'suoi. Questo fu il principio della salute degli Attici; questo il nerbo della libertà di quella città nobilissima. Trasibulo, a dir vero, massimamente per esser egii con pochi, fu dal principio da' tiranni non curato : la qual cosa fu ai non curanti rovina, e a costui non curato di ajuto. Imperciocché rendette quelli lenti a perseguitarlo, e lui coi suoi datogli tempo a provvedersi, rendè più forte. Dal qua fatto deve jic juno imprimersi maggiormente nell'auto quella massima, che in a fari di guerra si deve far ctvt ai tutto, e che non si dice senza ragione, che la ma i t del circospetto non suol piangere. Né è però da dire cL»- l'rasibulo acquistasse tanto di forza, come s'era im magnato; essendo che già fin da que' tempi i buoni erari più forti a parlare per la libertà, che all'operare. Quinci passò nel Pireo, e fortificò Munichia. Per ben due volte 1 tiranni s'accinsero a batterla: ma vergognosamente respintine, perdute le armi e il bagaglio, si rifuggirono in fretta nella città. E Trasibulo non mostrò allora minor prudenza che valore, imperciocché proibì di non offendere chi cedeva, giudicando esser dovere che cittadini a' cittadini perdonassero. Così niuno rioevette ferita, se non chi fu il primo a volere far forza- niuno egli spog-iiò, e.bp.