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Vite degli Eccellenti Comandanti

Cornelio Nipote
Casa Editrice Sonzogno Milano, 1927, pagine 104

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   IX. CONONS. SE
   teneva tuttavia co' governatori del re, ed era s tutti que sti di gran vantaggio.
   III. Tisaferne erasi dal re ribellato, nè ciò era tanto ad Artaserse manifesto, quanto ad ogni altro. Imperciocché per grandi e molti servigi era appo il re in considerazione eziandio quando era già infedele. Nè dee far maraviglia, che il re difficilmente s'inducesse a crederlo tale, ricordandosi, che per opera di lui egli aveva superato il fratello Ciro. Per accusare costui, mandato Co-none da Farnabazo al re, dopo che si fu portato, secondo il costume de' Persiani dal chiliarco per nome Titrauste, che era la seconda persona del regno, si spiegò voler parlare col re ; imperciocché senza questo mezzo niuno viene ammesso all' udienza « Senza ritardo, quegli ri-« spose: ma pensa, se ami meglio parlargli a bocca, o « esporgli in iscritto i tuoi sentimenti. Imperciocché pro-fi sentandoti al re, è necessario che tu lo adori a ginoc-« chia piegate. Se questo t'è grave, io farò nulladimeno, a che tu esponendo le tue commissioni abbi il tuo in-« tento. » Allora Conone : « Per me non ho difficoltà di a usare qualsiasi atto di rispetto al re: ma temerei di far e disonore alla mia città, quando da essa venuto, che le al-o tre nazioni fu solita signoreggiare, adempissi piuttosto fi al costume de' barbari, che al suo. » E perciò a costui consegnò in iscritto quelle cose che egli voleva esporre.
   IV. Il re veduto che l'ebbe, fu per tal guisa mosso dall'autorità di lui, che ebbe Tisaferne per nemico e lui incaricò di far la guerra agli Spartani, lasciando in sua libertà di scegliere qual più gli piacesse per distribuire il danaro. CJn tale arbitrio, rispose Conone, che non era di sua ispezione, ma di lui stesso, il quale dovea perfettamente conoscere la sua gente, che egli l'esortava bensi a dar questa incombenza a Farnabazo. Quindi di gran doni regalato, fu mandato al mare a comandar navi lunghe ai Cipriotti, ai Fenici e all' altre città marittime, 6 ad allestire un'armata navale, che bastasse a guardar il mare per la prossima state, datogli, com' egli aveva richiesto, Farnabazo per ajutante. Quando ciò riseppero gli Spartani, non senza sollecitudine diedero le opportune disposizioni, come quelli che giudicavano sovrastar loro maggior guerra, che se avessero solo a fare col barbaro. Imperciocché vedevano che alla testa delle armate del re doveva essere un generale valoroso e prudente; e che seco loro avrebbe combattuto tale, che nè di sapere, nè di forze potevano essi superare. In questo
   onsiero raccolgono una gran flotta sotto il comando di
   isandro, e danno de'remi in acqua. Conone investitili sotto Gnido, dopo fiera battaglia li mette in fuga, prende molte delle loro navi, e molte ne affonda, Per la qusl