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Vite degli Eccellenti Comandanti

Cornelio Nipote
Casa Editrice Sonzogno Milano, 1927, pagine 104

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   34 VITE DKGI,I ECCELLENTI COMANDANTI
   vittoria non pure Atene, ma tutta la Grecia, soggetta agli Spartani fu liberata. Conone con parte delle navi se ne torna in patria, fa rifare l'une e l'altre mura, e del Pireo e d'Atene, da Lisandro rovinate; e fa dono a' suoi cittadini di cinquanta talenti, che ricevuto aveva da Farnabazo.
   V. Avvenne a costui ciò che agli altri uomini suol accadere , di esser meno avveduto nella prospera fortuna, che non nell'avversa. Imperciocché vinta che ebbe l'armata navale de' Peloponneso stimando d'aver risarcito i danni della patria, più desiderò di quello che potè recaie ad effetto Non è perciò che le sue brame non fossero e pie e commendabili, perciocché intese sempre ad ingrandire più la patria che il re. Imperciocché essendosi per la battaglia navale data presso Guido, stabilita una gran riputazione, non solo fra' barbari, ma anche fra tutte le citta della Grecia, si diede a tener secreti maneggi, affine di restituire agli Ateniesi la Jonia e l'Eolia. Ciò non essendosi con assai di cautela tenuto occulto, Teribazo, che aveva il governo di Sardia. chiamò a sè Conone sotto colore di volerlo incaricare di rilevante commissione appresso del re. Al quale avviso ubbidendo, v'andò, e fu posto in prigione ; ove stette per qualche tempo. Alcuni hanno lasciato scritto ch'egli fosse di là al re condotto, ed ivi perisse. Dinone al contrario, al quale più che ad ogni altro storico noi crediamo circa le coso persiane, scrive che se ne fuggì, lasciando però in dubbio, se ciò seguisse col consentimento li Teribazo, o senza sua saputa.
   X,
   DIONE.
   1. Dione è parente de! Dionisiì, e In particolar moda intimo amico ed anche ambasciatore del maggiore, - Il Ottiene da lui di far venire Platone. Sperando la divisione del regno, - III. disgusta Dionisio il minore: ottiene ciò non ostante il ritorno di Platone; al quale si mette in opposizione Filisto — IV. Dione é deportato a Corinto, la sua moglie é data ad altri, il figlio corrotto. - V. impadronitosi di Siracusa. costringe il tiranno a venire a patti. — VI. E contristato dalla morte del figlio. Si fa nemico il popolo coll'uccisione d'Eraclide. — VII. Riconciliandosi i soldati colle elargizioni, perde gli ottimati; gli giunge all'orecchio che non si sarebbe per tollerare un tiranno. — Vili. Ingannato dall'insidie e dallo spergiuro di Callicrate, — IX. viene ucciso nella propria casa. — X. Si fa tumulto e strage: alla morte di Dione tien dietro il dolore della sua perdita.
   I. Dione, figlinolo d'Ipparino, nobile siracusano, si trovò (sviluppato nell'una e nell'altra tirannia dei IMonisii. Ita-