34 VITE DKGI,I ECCELLENTI COMANDANTI
n!io, la quale poi s'accrebbe per altre cagioni. Ma pert ne, principio durò fra loro per alcun tempo un'amicizia Ululata; e non cessando Dione di supplicar Dionisio facesse da Atene venir Platone, e lo avesse per suo °°!isigliere; quegli, come colui che pur in alcuna cosa v°iea imitar il padre, lo compiacque. Nel tempo stesso r'hiamò in Siracusa Filisto storico, uomo affezionato non P'mo al tiranno, che alla tirannide. Ma di costui ne par-più a disteso in quel mio libro fatto sopra gii storici $»eci. .Ora Platone tanto potè appo Dionisio, e per il creato, in cui era tenuto, e per la sua eloquenza, che l'a-persuaso a porre fine al tirannico impero, e rimei-in libertà i Siracusani: se non che per consiglio di ^ 'listo da tal pensiero rimastosi, diede anzi in maggiori 8l'udeltà.
IV. Dionisio poi ben vedendo che Dione il superava ingegno, di autorità, di amor popolare, per paura che
^tenendolo seco, non gli desse alcuna occasione di opprimono, gli diè una nave trireme che lo portasse a Corinto Mostrando di far ciò per rispetto d'ambedue, acciocché finendosi vicendevolmente, non badassero l'uno a preve-n'r l'altro. Con ciò fosse che questo fatto movesse molto a sdegno, e tirasse grand'odio addosso al tiranno, Dionisio fece imbarcar tutti i mobili di Dione, e glieli mandò. vQlendo cosi far credere, non aver egli ciò fatto per odio °0ntro di lui, ma per desio di salvarlo Ma poiché intese, c'ie Dione faceva gente nel Peloponneso, con idea di mo-*®rgli guerra, fece, sposar a un altro la di lui moglie ^i'ete, e il di lui figliuolo in tal maniera educare, che a '°rza di accondiscendergli prendesse delie passioni vergognosissime. Imperciocché veniva ingolfato nel vino, e *J
V. Poiché Dione pervenne a Corinto, edivi pure rifuggissi Eraclide dal medesimo Dionisio scacciato, il quale
stato comandante di cavalleria, si diedero in tutte '(v- forme a fare apparecchi di guerra. Ma non avanzavano gioito, perciocché una tirannia di molti anni era riputata troppe forze: il che faceva che pochi si lasciavano indurre a mettersi a parte del pericolo. Ma Dione non tanto °Onfldando nella sua gente, quanto nell'odio contro il ti-rUnno, con grandissimo coraggio, con due navi da carico Pertossi ad attaccare un impero di cinquantanni, munite di cinquecento navi lunghe, di dieci mila cavalli, e cento fanti, e quel che parve s tutte le nazioni più mara-