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Vite degli Eccellenti Comandanti

Cornelio Nipote
Casa Editrice Sonzogno Milano, 1927, pagine 104

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   X. DIONK.
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   Tiglioso, con tal facilità lo abbattè, che tre giorni dopo chi ebbe approdato alla Sicilia, entrò in Siracusa. Dai qual fatto si può comprendere, non esservi signoria alcuna, se non è dalla benevolenza sostenuta. In quel tempo Dionisio non era nella, città, ed aspettava l'armata navale in Italia, giudicando, che niuno degli avversari sarebbe per venirgli incontro, senza un grande esercito: nel che prese abbaglio. Imperciocché Dione con quegli stessi che erano stati soggetti al suo avversario, abbassò l'alterezza del re, e s'impadronì di tutta quella parte della Sicilia, ch'era stata in potere di Dionisio, e nella medesima maniera di Siracusa, toltane la rocca, e l'isola congiunta alla città: e condusse l'affare a tal segno, che il re gli propose la pace con questi patti, che a Dione toccasse fa Sicilia, l'Italia a Dionisio, e Siracusa ad Apollocrate, nel qual solo grandissima fede avea Dionisio.
   VI. Queste sì prospere e sì inaspettate cose furono seguite da un subito cambiamento ; perciocché la fortuna colla sua incostanza prese a deprimere colui, ohe pocc prima aveva innalzato. Gli fece ella primieramente provar la sua forza nel figliuolo, di cui testé ho fatta menzione. Imperciocché dappoiché Dione ebbe rimenata is moglie ch'era stata data ad un'altro, volendo dalla più sozza lussuria richiamar il figlio alla virtù, ricevette per la morte di lui un'amarissima ferita. Di poi nacque dissensione tra esso ed Eraclide ; il quale a Dione non volendo cedere il primato, si fece una fazione. E con ciò fosse che Dione comandasse l'esercito di terra, egli non era meno potente appresso degli ottimati, per consentimento dei quali avea ii comando marittimo. Ciò non potè soffrire Dione, e portò quel verso d'Omero, tratto dal secondo libro dell'iliade, dove è questo sentimento : « Non potersi ben amministrare una repubblica sotto il governo di più d'uno. » Il qual detto gli partorì gran malevoglienza, come quello, che parea manifestare, aver lui in animo di aver ogni cosa in suo potere. E quella malevoglienza non si adoperò egli di calmare colle lusinghe, ma tentò di opprimerla coll'asprezza : e fece che Eraclide giunto a Siracusa fosse ucciso.
   VII. li qual fatto mise nell' animo d'ognuno un gran timore. Imperciocché ucciso quello, niuno si stimava più in sicuro. E Dione per lo contrario toltosi l'avversario, con maggior libertà si diede a distribuire a' soldati i beni di coloro che sapeva essere stati del partito contrario al suo. Divisi i quali, facendosi ogni giorno spese esorbitanti, cominciò in breve a mancar il danaro in modo che più non gli restava su che porre le mani, se non sulle possessioni degii amici. Si trovava per tanto in tale stato, che non poteva guadagnarsi l'animo dei soldati senzs