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quelli del re, ritraeva grandi prede. A ciò ponendo mente Cataria in niuna cosa cedendola ad Agesilao, spontaneamente andato iti loro soccorso, ebbe il comando della 9otta egizia, ed Agesilao quello delle truppe di terra.
III. Allora i minÌK„ri del re di Persia mandarono ambasciatori ad Atene ¦ lagnarsi, che Cabria unito agli Egizii facesse guerra contro del re. Gli Ateniesi citarono per un determinato giorno Cabria, prima del quale se non fosse ritornato ir. patria gl'intimarono, che sarebbe stato condannato a mi/rte. A quest'avviso ritornossene in Atene, e non si trattenne più del bisogno. Imperciocché i suoi cittadini nor sei vedevano volentieri avanti deyii occhi, perchè e'vhea lautamente, e se la godeva con troppa liberalità, parche potesse declinare l'invidia deila moltitudine. Imperciocché egli è comune vizio delle città grandi e libere, che l'invidia sia compagna della gloria, e volentieri si dica male di coloro, che si vedono far più luminosa couparsa, e i poveri vedono a malincuore che altri sia ricc / ed agiato. Per questa ragione Cabria, per quante gli en> permesso, stava per lo più fuori Nè fu egli solo, che vi-Iontariainente stesse fuori d'Atene, ma quasi tutti i prii cipali fecero lo stesso, avvisando, sè esser di tanto lontani dall'invidia, quanto dagli occhi de' suoi si fossero ritirati. Per questo Conone passò gran tempo deila vita sua in Cipro ; iflcrate delia Tracia, Timoteo in Lesbo, Ca~ rete nel Sigeo, Carete a costoro dissimigliante e ne' fatti e ne' costumi, ma pure in Atene e onorato e potente.
IV. Cabria poi mori nella guerra sociale in questa maniera. Gli Ateniesi battevano Chio : era nell'armata navale Cabria in qualita di privato: ma i soldati a lui più guardavano che a nessun'altro. Questo fu quello che gli affrettò la morte. Imperciocché mentre cerca d'entrar egli il primo nel porto, e da ordine al piloto che la volga la uave, fu egli stesso la sua rovina: perché, essendovi pur introdotto, le altre navi non gli venner dietro. E però dalla foila de' nemici attorniato, difendendosi con somma bravura, la sua nave percossa nel rostro cominciò ad affondare. E comechè potesse'quinci scampare, gettandosi in mare, perciocché era di sotto la flotta ateniese, la quale, nuotando egli l'avrebbe raccolto, volle anzi perire, che gettando via le armi abbandonar la nave che l'avea portato. Non fu in ciò dagli altri imitato, i quali si salvarono a nuoto. Ma egli giudicato valer meglio un'onorata morte che una vergognosa vita, anche d'appresso combattendo, fu cogli stili de' nemici ammazzato.