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Vite degli Eccellenti Comandanti

Cornelio Nipote
Casa Editrice Sonzogno Milano, 1927, pagine 104

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   «5
   XIIL TIMOTEO.
   1. Virili, costumi, imprese di Timoteo. lì. Gli viene eretta una statua per la vittoria riportata contro gli Spartani. — III. Essendo vecchio, vien dato qual consigliere a Menesleo: è accusato e condannato. — IV. Conone, di lui figlio, si sforza di rifar I? mura d'Atene. - Fedeltà di Giasone verso Timoteo.
   I. Timoteo, figliuolo di Conone, fu ateniese. Questi con molte sue virtù accrebbe ia gloria ereditata dal padre Imperciocché era eloquente, sollecito, amante della fatica, pratico dell'arte militare, e non meno del governo civile. Molti ragguardevoli fatti di lui si raccontano; ma i più illustri sono questi Egli soggiogò colla guerra gli Olititi e i Bisanzii; prese tìamo, a batter la quale gli Ateniesi avevano nel!' antecedente guerra spesi mille e duecento talenti. Egli restituì questo denaro al popolo senza verun aggravio del pubblico. Fece guerra contro a Coti; e da quella riportò all'erario mille e duecento tacenti di preda. Liberò dall'assedio Cizico: andò in soccorso di Ariobar-zane in compagnia d'Agesilao: dal quale avendo lo Spartano ricevuto denaro contante, egli amò meglio che si accrescessero a' suoi cittadini i campi e le citta, che accettar ciò di cui potesse recarsi parte a casa sua. E però accettò tritone e Sesto.
   II. Esondo egli ammiraglio, costeggiato il Peloponneso, saccheggiato il territorio degli Spartani, mise in fuga la loro armata navale. Ridusse lorfù sotto il dominio degli Ateniesi, e fece loro confederati gli Epiroti, gli Atamani, i Caoni, e tutti que'popoli, che sono adiacenti alle coste di quel mare. Perlochè gli Spartani si rimisero da quella lunga contesa, e spontaneamente cedettero agli Ateniesi la maggioranza nella signoria marittima, facendo la pace con queste condizioni, che agii Ateniesi appartenesse il comandar per mare. La qual vittoria tanta letizia recò agli Attici, che allora per la prima volta si fecero pubbliche are, e si misero letti da tavola alla dea Pace. Del cui glorioso fatto acciocché fosse perpetua la memoria, per pubblico decreto fu a Timoteo alzata una statua nel foro, il qual onore a niun altro fin a quel tempo era toccato, che avendo già il popolo dirizzata una statua al padre, la concedesse pure al figliuolo. Cosi la recente statua del figlio posta allato di quella del padre ne rinnovò l'antica ricordanza.
   III. Essendo questi già avanzato i 4à, ed avendo ab* baudonate le magistrature, cornine nao gli Ateniesi ad