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Un volo di 55.000 chilometri

Francesco De Pinedo
A. Mondadori Milano, 1927, pagine 287

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   LA PREPARAZIONE
   La parte più difficile del mio volo, contrariamente a quanto si possa credere, fu chiusa il 23 aprile 1925, quando lasciai l'ultimo porto italiano. \
   Nel corso del viaggio dovetti affrontare e sormontare innumerevoli ostacoli naturali; nel periodo preparatorio di esso dovetti invece superare difficoltà relative non tanto alla natura delle cose quanto a quella degli uomini: ciò che è molto più arduo.
   La lotta con gli elementi della natura ritempra lo spirito e rinvigorisce il corpo e, se spesso è difficile, è sempre bella e leale perchè si sa contro che cosa si deve agire; ma purtroppo così non è nel campo delle relazióni umane.
   Fu così che chi mi vide alla partenza da Brindisi e mi rivide al mio arrivo a Roma, potè notare come le mie condizioni anche fisiche fossero migliori all'arrivo piuttosto che alla partenza.
   La preparazione del mio viaggio fu, per necessità di cose, breve ed affrettata. Il progetto di massima fu da me preparato verso la fine del dicembre del 1924, e valeva come reazione alle lunghe ore di immobilità passate sulla sedia d'ufficio, cui mi costringevano le necessità della mia carica di capo di S. M. del Comando Generale della R. Aeronautica.
   Mi proponevo col mio progetto di dimostrare la seguente tesi : che si possa oggi con un velivolo del tipo idrovolante, neppure di recente modello, ma solidamente costrutto, viaggiare per il