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Un volo di 55.000 chilometri

Francesco De Pinedo
A. Mondadori Milano, 1927, pagine 287

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   22-
   Francesco De Pinedo
   Madrina fu la signora Giaretta. La rituale bottiglia di « champagne » si ruppe al primo colpo, e ritenni' ciò d'ottimo augurio. D parroco benedisse l'apparecchio, mi bagnò d'acqua santa ed inaugurò, con semplici e commoventi parole, la serie delle centinaia di discorsi, da cui fui bersagliato din-ante tutto il viaggio j-
   In questa occasione il Commendator Peretti, Direttore della S.I.A.L, trovò sulla riva prossima all'a hangar », Un quadrifoglio, clip io religiosamente appiccicai nell'interno dell'apparecchio.
   La notte dal 19 al 20 non dormii che tre ore, occupato come ero a preparare le valigie e a dare le ultime disposizioni circa il materiale che lasciavo.
   La mattina del 20 pioveva. Il tempo era scuro e coperto. Si davano ancora gli ultimi tocchi all'apparecchio : giacche, anche se si hanno quaranta mesi a disposizione per preparare un viaggio, avviene di sicuro che all'ultimo momento c'è sempre qualcosa da aggiungere o da rifare.
   Non avendo io segnalato la mia partenza, erano presenti,a salutarmi solo i dirigenti e gli ingegneri della ditta costruttrice dell'apparecchio.
   La pioggia, il fango, la mattinata squallida, i piccoli inevitabili contrattempi, gli occhi assonnati degli astanti, rendevano la scena alquanto malinconica.
   Un osservatore estraneo ed ignaro non avrebbe mai potuto supporre che quella era la partenza per un volo di 55.000 chilometri.
   Alle 5 e 55 ci imbarcammo.
   — In bocca al lupo!
   — Arrivederci!
   La pioggia era scemata. E partimmo.