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Un volo di 55.000 chilometri

Francesco De Pinedo
A. Mondadori Milano, 1927, pagine 287

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   24-
   Francesco De Pinedo
   la già scarsa luce. Altre raffiche impetuose diedero all'apparecchio insaccate così violente che si verificò di nuovo al motore il fenomeno notato la mattina.
   Trovatomi sotto una pioggia dirotta, decisi di planare nel primo posto riparato per passarvi la notte; nei pressi di Torre Pelosa, che offriva un discreto ridosso dal vento, ammarai che era già notte, tra la curiosità della popolazione di pescatori di quel piccolo villaggio.
   Ricordo che quella sera durammo molta fatica nel tentativo di mettere le cappe sul motore. Era la prima volta che facevamo tale operazione, divenuta in seguito abituale. Ma quella sera, non riuscendo al nostro scopo, dovemmo coprire il motore alla meglio.
   Assicurata all'apparecchio la vigilanza notturna delle guardie . di finanza, corsi al telegrafo per dare mie nuove a Roma; fui più tardi ospitato da un generoso signoròtto del paese.
   — E lei dove è diretto? — mi domandò.
   — A Melbourne — risposi. <
   — Non conosco'questo paese. È forse vicino a Tricase?
   — No, è un poco più distante...
   — Oh, scusi, non avevo capito bene il nome.
   Il mattino seguente, alle 7, velivoli dell'idroscalo di Brindisi, che avevo preavvisato del ritardo, gettarono dei messaggi, avvertendomi che il tempo era cattivo e minacciava di peggiorare. Partii allora senza indugio, e poco dopo planai a Brindisi tra violente raffiche.
   Le condizioni atmosferiche effettivamente peggiorarono fino alla sera del giorno dopo. Segnalazioni meteorologiche da Saseno annunciavano fortunali da libeccio. Era davvero un bell'inizio!
   Profittai della sosta per procedere ad un buon riassetto dell'apparecchio e dfel motore.
   L idroscalo di Brindisi m'era ben noto avendovi passato il periodo più laborioso del mio servizio di guerra, al comando di un gruppo di squadriglie d'idrovolanti, con le quali avevo lavorato nel basso Adriatico e sulla opposta sponda austriaca.
   Quanti bravi e generosi compagni di volo non avevo quivi - perduto!