IIn volo di 55.000 chilometri
23
a sinistra. Gli occhi aguzzano lo sguardo oltre la prua, attraverso il velo grigiastro dove si disegnano con tenue filo prima Patmos e poi Leros: la mèta. 4
Pochi minuti ancora e l'isola prende consistenza, spiegando sotto al mio sguardo i suoi verdi giardini, le sue bianche case ed i suoi molini a vento che sormontano i colli più elevati.
Sono già sulla verticale di Porto Laki, dove quietamente fumano alcune unità della nostra Marina.
Un mezzo giro a motore ridotto, e l'apparecchio scivola sull'acqua placida.
A Leros trovai molti buoni amici. Il Comandante dell'idroscalo ci fece trovar pronta la colazione; il Metropolita ci fece un discorso; gentili signore ci resero più gradevole il pomeriggio.
Il mattino seguente, alle 6 e 40 decollai. Senonchè dovetti ammarare subito dopo, perehè i comandi degli alettoni non agivano bene. Campanelli mise un po' d'olio, e ripartimmo. Il tempo era splendido. La navigazione fino ad Alessandretta fu così la migliore di tutto il mio viaggio; e non ebbi mai bisogno di adoperare i comandi, per correggere la posizione dell'apparecchio.
La prima parte del volo si svolse sulle isole e lungo le coste dell'Anatolia. Lasciai sulla destra Kalimno e Kos ancora addormentate nel placido mattino primaverile.
Passai sul promontorio Dorico e in vista di Rodi : seguii la frastagliata costa anatolica fino al Capo Khelidonia; da qui tagliai al largo il Golfo di Adalia fino a. Capo Anamour.
Un veliero turco, immobile per la mancanza assoluta di vento, le vele flosce e pendenti lungo gli alberi, attendeva che Allah inviasse almeno il soffio di una leggera brezza. Mi abbassai svegliando col rombo allegro del mio motore i marinai torpidamente sdraiati sulla coperta. Li vidi scuotersi e guardarmi trasognati.
Sulla destra avvistai di lontano l'azzurra costa dell'Isola di Cipro, proclamata dai poeti dell'antichità regina delle seduzioni e dei profumi e consacrata a Venere Afrodite.
Sulla sinistra, le balze rocciose e i dirupi della Caramani presentavano le loro cupe profondità appena velate dai vapori mattina, che il sole già cominciava > dissipar*.