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Un volo di 55.000 chilometri

Francesco De Pinedo
A. Mondadori Milano, 1927, pagine 287

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   IIn volo di 55.000 chilometri
   23
   a sinistra. Gli occhi aguzzano lo sguardo oltre la prua, attraverso il velo grigiastro dove si disegnano con tenue filo prima Patmos e poi Leros: la mèta. 4
   Pochi minuti ancora e l'isola prende consistenza, spiegando sotto al mio sguardo i suoi verdi giardini, le sue bianche case ed i suoi molini a vento che sormontano i colli più elevati.
   Sono già sulla verticale di Porto Laki, dove quietamente fumano alcune unità della nostra Marina.
   Un mezzo giro a motore ridotto, e l'apparecchio scivola sull'acqua placida.
   A Leros trovai molti buoni amici. Il Comandante dell'idroscalo ci fece trovar pronta la colazione; il Metropolita ci fece un discorso; gentili signore ci resero più gradevole il pomeriggio.
   Il mattino seguente, alle 6 e 40 decollai. Senonchè dovetti ammarare subito dopo, perehè i comandi degli alettoni non agivano bene. Campanelli mise un po' d'olio, e ripartimmo. Il tempo era splendido. La navigazione fino ad Alessandretta fu così la migliore di tutto il mio viaggio; e non ebbi mai bisogno di adoperare i comandi, per correggere la posizione dell'apparecchio.
   La prima parte del volo si svolse sulle isole e lungo le coste dell'Anatolia. Lasciai sulla destra Kalimno e Kos ancora addormentate nel placido mattino primaverile.
   Passai sul promontorio Dorico e in vista di Rodi : seguii la frastagliata costa anatolica fino al Capo Khelidonia; da qui tagliai al largo il Golfo di Adalia fino a. Capo Anamour.
   Un veliero turco, immobile per la mancanza assoluta di vento, le vele flosce e pendenti lungo gli alberi, attendeva che Allah inviasse almeno il soffio di una leggera brezza. Mi abbassai svegliando col rombo allegro del mio motore i marinai torpidamente sdraiati sulla coperta. Li vidi scuotersi e guardarmi trasognati.
   Sulla destra avvistai di lontano l'azzurra costa dell'Isola di Cipro, proclamata dai poeti dell'antichità regina delle seduzioni e dei profumi e consacrata a Venere Afrodite.
   Sulla sinistra, le balze rocciose e i dirupi della Caramani presentavano le loro cupe profondità appena velate dai vapori mattina, che il sole già cominciava > dissipar*.