Stai consultando: 'Un volo di 55.000 chilometri ', Francesco De Pinedo

   

Pagina (27/300)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (27/300)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Un volo di 55.000 chilometri

Francesco De Pinedo
A. Mondadori Milano, 1927, pagine 287

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   IIn volo di 55.000 chilometri
   31
   orizzonte marino. Solo il tortuoso letto dell'Eufrate segnava una variante allo strano paesaggio, come l'orma di un gigantesco serpente.
   « Quale decadenza — pensavo — ha avuto questa regione! Un tempo era un paese civilissimo e fertile. Adesso, tutto si riduce a qualche rara e breve coltivazione lungo le rive. Archi di ponti diroccati e rovine di città appena emergenti dalla sabbia sono i soli documenti della passata civiltà, quando l'Eufrate era ancora il confine dell'Impero Romano. Allora £rano necessarie parecchie settimane per arrivare da Roma fin qui,Tonfine dell'Impero; adesso, in meno di tre giorni già ci siamo.
   Ma il mondo cambia, e forse gli imperatori romani non avrebbero mai mandato le loro legioni in Mesopotamia, se le condizioni di allora fossero state quelle che vedo oggi : sabbia e poi sabbia e poi sabbia. Una volta la ricchezza del paese era l'agricoltura, oggi è la nafta; allora qui accorrevano i legionari romani; oggi gli aviatori inglesi. »
   Intanto avévo aumentata la mia quota a circa 2500 metri, e ciononostante, una sottilissima impalpabile sabbia si ' depositava sui cristalli del « parabrise ». Qua e là vortici di sabbia salivano verso il cielo, obbligandomi talvolta a mutare il corso delle mie riflessioni e della mia rotta.
   L'apparecchio era sballottato continuamente, e sempre dovevo lavorare ai comandi in una fatica sovente assai dura.
   All'altezza di Ramadji lasciai il corso dell'Eufrate e mi diressi .per il Tigri, avvistando dopo circa mezz'ora Bagdad. ) La città si estende quasi tutta sulla riva sinistra, unita da un f,' ponte di barche alla riva destra, dove sorgono molti giardini e , molte palme. Abbassandomi, per meglio vedere e farmi vedere, , fui ancora più sballottato da vortici d'aria, come per un saluto fi-V naie della faticosa travergata. -
   M Planai a sud della città, in vicinanza del campo di aviazione v,inglese, che sorgeva presso la riva sinistra.
   La corrente era molto forte, giustificando il nome arabo del i che significa freccia, e per quanto la mia àncora mordesse tene* il fondo, l'apparecchio scarrocciava lentamente.
   IfSÉlv '