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Francesco De Pinp.do
Campanelli provò a lavorare fino dopo il tramonto del sole, per mezzo di alcune lampade elettriche volanti. Ma queste attiravano tanti di quegli insetti così avidamente voraci di carni umane, che non era possibile sotto quel martirio fare più alcun lavoro proficuo.
Il mattino del 27, finalmente, si provò il motore, che risultò finalmente in ordine. Preparando le valigie, ebbi la bella sorpresa di trovarci dentro due tòpi che si contendevano alcuni miei indumenti.
Alle 10.30 ero in moto. Questa volta tutto andò bene. Non vi erano spettatori, tranne due o tre connazionali che ci avevano fino allora generosamente assistiti nel nostro lavoro, abbandonando le loro occupazioni giornaliere, ansiosi di vederci riprendere felicemente il volo. Dopo un giro di prova, che mi soddisfece, cominciai a seguire il corso del Me Kong, aumentando gradatamente la quota a 2000 metri, necessari per attraversare le montagne del Tenasserim.
Per andare a Rangoon avrei potuto scendere prima verso Sud in modo da attraversare la Penisola di Malacca là dove era più stretta, mentre così occorreva fare circa 400 chilometri sopra terra. Ma il tempo era buono, rugato da poche nuvole, e qua e là io potevo seguire qualche corso d'acqua.
Alle 12.30 spuntai sulla costa del Golfo di Martaban, all'altezza di Tavoy, nostra vecchia conoscenza. Era il primo porto dell'itinerario di andata che rivedevo nella rotta del ritorno. Mi abbassai un poco per salutare la città, che mi ricordava una dura giornata di lavoro, e ripensai al tanto cammino che avevo fatto fino ad allora. Avevamo già sorpassati i 43.000 chilometri, che corrispondevano al percorso compiuto dagli aviatori americani nel loro giro intorno al mondo, e quindi potevo dire di aver già battuto il record mondiale della distanza. Mi rimanevano però ancora da percorrere circa 12.000 chilometri per arrivare a casa.
Oltrepassata la costa, feci rotta direttamente alla bussola per Rangoon. Il mare era placido e il cielo sereno. Ne approfittammo per porre mano alle nostre provviste di viaggio che consistevano, come al solito, in uova e banane. Ad ogni falsa partenza da Ta-chim, i nostri gentili ospiti ci avevano preparato nuove provviste