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Un volo di 55.000 chilometri

Francesco De Pinedo
A. Mondadori Milano, 1927, pagine 287

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   XVIII
   LUNGO I FIUMI SACRI DELL'INDIA
   Secondo quanto avevo predisposto, avrei dovuto trovare a Calcutta tutte le informazioni relative alle rotte da seguire nell'Alta India, ed ai prestabiliti punti di tappa. Era interessante per me sapere se avrei potuto trovare acqua sufficiente e condizioni favorevoli per l'ammaraggio dell'apparecchio. Il Console, d'accordo con le autorità inglesi, aveva preparato in modo perfetto tutto il materiale che mi occorreva, e il Comando dell'Aeronautica inglese con somma cortesia aveva disposto che a Benares, a Delhi e a Bahawal-pur venissero preparate nel fiume le boe di ormeggio nonché i segnali per indicare lo specchio d'acqua preferibile per l'ammaraggio.
   Vi era stata qualche difficoltà per ottenere il permesso di far tappa a Bahawalpur, perchè tale zona era considerata proibita, non per ragioni militari o politiche, ma per rispetto alle usanze degli indigeni, che non amavano dall'alto si vedessero le loro case. Mi affrettai ad assicurare che non avevo nessuna intenzione di volare sopra la città di Bahawalpur, tanto più che essa distava circa tre chilometri dal fiume e si trovava quindi scartata dalla mia rotta.
   Le notizie che ebbi erano abbastanza soddisfacenti. Solo a Delhi sembrava che vi fosse scarsità d'acqua, per cui si prevedeva, se non difficile, almeno delicato il decollaggio con pieno carico.
   Ricevemmo quella sera a Calcutta molte feste dalla Colonia Italiana, che ci offrì un banchetto con relativo ballo; andammo così a dormire assai tardi, contrariamente a quanto desideravo.