Stai consultando: 'Un volo di 55.000 chilometri ', Francesco De Pinedo

   

Pagina (246/300)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (246/300)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Un volo di 55.000 chilometri

Francesco De Pinedo
A. Mondadori Milano, 1927, pagine 287

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   238
   Francesco De Pinp.do
   da quella vacca, la quale, forse disgustata anch'essa dallo spettacolo e dal tanfo dell'interno, se ne andava fuori tranquillamente, sempre riverita dagli astanti, scivolando con gli zoccoli umidi sulla marmorea gradinata della soglia.
   Presso la pagoda c'era un atrio con un pozzo: il famoso Pozzo della Sapienza. Nel recinto è proibito agli impuri di accedere. Il rito vuole che i fedeli, desiderosi di essere illuminati, gettino nel pozzo una moneta. Accanto al pozzo sorge il monumento della vacca sacra: una vacca di bronzo dipinta di rosso, alla quale è vietato avvicinarsi.
   Visitai anche qualche altra pagoda: a Benares ve ne sono più di duemila. Essa è certo la città dove più viene osservato il rispetto alle tradizioni religiose. Fui assai colpito però nel vedere che le pratiche religiose sono seguite solamente dalle classi umili e dagli straccioni. Il missionario che mi accompagnava mi disse che quelli che appartengono alle classi colte e benestanti se la ridono allegramente dei vari mostricciatoli a braccia multiple, venerati nei templi indù; poiché molti sono stati educati in Europa, nei migliori collegi dell'Inghilterra; e se alcuni seguono apparentemente la tradizione religiosa, è per non essere diseredati dai loro parenti fanatici.
   Andai poi a vedere la mèta dei pellegrinaggi profani, ossia i negozi dei famosi tessuti in seta e broccati che escono dalle fabbriche di Benares. Ne ammirai dei bellissimi. In un magazzino dovetti apporre la mia firma in un album che vantava i nomi delle più note personalità del mondo. La sera visitai il colonnello che comandava il presidio di quella città; quindi corsi a dormire.
   La mattina seguente, alle 5 eravamo già in moto per imbarcarci. Mi sorprese la grande animatone che in quell'ora così mattutina regnava nelle vie. Tutti però camminavano in un'unica direzione; nella direzione del fiume, poiché è consuetudine locale di fare ogni mattina le abluzioni nelle acque del Gange.
   Confusi in quella folla, scendemmo anche noi le gradinate della riva e ci imbarcammo in un malfermo battello.
   Eravamo ad Ovest della città e l'apparecchio era verso l'estremo opposto; discendemmo quindi col favore della corrente