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Un volo di 55.000 chilometri

Francesco De Pinedo
A. Mondadori Milano, 1927, pagine 287

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Un volo di 55.000 chilometri
   ' 243
   percorrere 750 chilometri su terraferma in buona parte, deserta, fuori della vista di qualsiasi corso di acqua ammarabile.
   Finora la navigazione da Calcutta si era svolta in rista del Gange prima é del Jumma poi per ben 1600 chilometri. Per andare ora a Karachi, dovevo prendere il corso dell'Indo, una volta raggiunto il quale la navigazione era facile e sicura fino all'arrivo. Era la prima volta che un idrovolante compiva una traversata simile sull'India. Non o'era «he^ da raccomandarsi al inotore, che andasse bene; ed effettivamente esso non venne meno alla nostra attesa.
   Sotto di me era un terreno arido e secco. Si vedev:» ifl i colossali lavori intrapresi dagli Inglesi per fertilizzare questa immensa regione con una rete di canali irrigatori. *
   Alle 9 circa passai sul canale di Ghaggar. Ora anche miei pochi accenni di vegetazione scorti qua e là erano scomparse sotto non si vedeva che una immensa distesa dì terra sabbiosa, óve ap-pena erano tracciate le piste delle carovane.
   Il sole dardeggiava i suoi raggi cocenti: non una mj,»e, non un esile cirro macchiava il cielo terso é serenò. Il viaggi^ era di una tremenda monotonia. f
   Verso le 10 riapparve qualche segno di vita: prima tìna ferrovia, poi un canale, qualche villaggio, e finalmente il nastro argenteo del fiume Sutlej, che si svolgeva molle e tortuoso sopra un larghissimo letto di sabbia, di cui non riusciva a bagnare che una minima parte. Presi a navigare in vista di esso, volgendo verso Sud-Ovest, ed ebbi a subire yento contrario ed allegre attiche.
   Lungo le rive del Sutlej si vedevano numerosi canali^ e qua 8 là chiazze verdi di vegetazione. Avvistai alle 11.30 un inghis-sìxno ponte, che attraversava il letto del fiume in quel punfjp largo circa un chilometro: era il ponte ferroviario di Bahawalpt^. Eravamo quindi arrivati.
   Un motoscafo era prónto sul fiume e un rimorchiatoci aveva a bordo i nostri rifornimen^ Ji cominciò senz'allgg^i. riempire i serbatoi nenzina, intendendo ió proseguire subito per Karachi; ma ebbi la spiacevole sorpresa di non trovare a bordo l'olio che