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Un volo di 55.000 chilometri

Francesco De Pinedo
A. Mondadori Milano, 1927, pagine 287

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   XVIII
   LE ULTIME TAPPE
   Era il primo novembre; una bellissima giornata. Questa volta per non scendere a Chahbar, di infausta memoria, avevo inviati i miei rifornimenti a Gwadar, che offriva un ridosso più sicuro. Feci rotta alla-bussola per ponente tagliando la Baia di Sunmiani, e dopo un'ora mi trovai lungo la costa della Persia. Intanto il motorista dormiva pacificamente, riposandosi dell'eccessivo lavoro del giorno precedente.
   Alle 11.20 ero su Gwadar. Campanelli si svegliò che avevamo già ammarato. Qui perdetti molto tempo, perchè non sapevo in che punto fossero i rifornimenti. Dovetti recarmi a terra con lina barca, la quale invero non aveva molta stabilità, e con essa riportai a bordo la benzina. Anche qui, di olio nessuna traccia; meno male che avevo portato con me a bordo una latta di rispetto, ammaestrato dall'incidente di Bahawalpur!
   Il rifornimento andò per le lunghe, perchè quei buoni diavoli di Persiani portarono le casse di benzina a bordp senza il materiale per aprirle, e così non fui pronto a partire che alle 13.
   Nel decollaggio mi accadde un incidente che poteva avere serie conseguenze. Molti gabbiani svolazzavano sul mare, ed io mi ero appena staccato dall'acqua quando uno di essi si presentò sulla mia rotta. L'uccello restò un po' indeciso se andare verso destra o verso sinistra, starnazzando: io venni di quel tanto che potevo sulla destra, data la mia quota bassissima che mi impediva di vi-