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Un volo di 55.000 chilometri

Francesco De Pinedo
A. Mondadori Milano, 1927, pagine 287

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Francesco De Pinp.do
   rare, e riuscii appena ad impedire che l'uccello sbattesse nell'elica la quale all'urto si sarebbe irrimediabilmente rotta; l'uccello passò tra l'ala superiore e l'aia inferiore dell'apparecchio e andò a picchiare contro la base di un montante dove si schiacciò, cadendo poi inanimato nell'acqua. Alla base del montante restarono alcune penne.
   La navigazione da Gwadar a Bender Abbas fu assai placida e calma.
   Poche nuvole e visibilità alquanto cattiva. Nei pressi di Jask trovai un leggero fastidioso vento da Sud-Est.
   Alle 17.15 ero su Bender Abbas e planavo presso una baleniera ormeggiata alla boa, preparata per me dal mio buon amico il Console Inglese signor Richardson.
   Mi propone»» di essere l'indomani a Bagdad e di fare nei due giorni i il tragitto che mi rimaneva tra Bagdad e
   Roma; ma, mentre si eseguiva il rifornimento, il motorista mi avvertì che un raccordo della tubulatura di benzina perdeva perchè si era spaccato, ed occorreva cambiarlo.
   L'operazione era alquanto lunga e capii subito che l'arrivo in Italia per il giorno 4 era ormai andato in fumo. Pel mare grosso non si poteva lavorare bene, e la sera si dovettero sospendere i lavori e rinviarli al giorno seguente. Probabilmente questo piccolo ritardo fu provvidenziale. Infatti quella mattinata del 2 arrivò ua telegramma urgentissimo dal Residente di Bushire, il quale sconsigliava assolutamente di partire, imperversando in quel momento un ciclone nel Golfo Persico. Un nuovo bollettino alle ore 9 indicava ohe le condizioni erano ancora peggiorate: pioggia torrenziale, vento forte e mare agitato. Le prime notizie davano vento da Nord-Est, le successive vento da Sud-Ovest: segno che il centro del ciclone era passato proprio sopra Bushire. I telegrammi del Residente tradivano la preoccupazione di impedire che io partissi finche duravano condizioni così cattive. Decisi di attendere fino a mezzogiorno un nuovo bollettino; ma questo dava tempo sempre minaccioso.
   Rinviai allora la partenza al giorno seguente; intanto approfittammo della fermata per prenderci un meritato riposo. Rice-