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Francesco De Pinp.do
violenti « remous ». Il mare era agitato. Entravamo nella zona percorsa il giorno precedente dal ciclone.
Alle 11.40 arrivai sopra Bushire. Dall'atmosfera assai agitata si poteva dedurre che una forte perturbazione, come infatti era avvenuto, era passata di lą. Planai dove avevo gią planato nella corsa di andata, e trovai tutto pronto.
Feci conoscenza col Residente Inglese, col. Prideaux che non avevo potuto vedere la volta precedente, perchč trovavasi fuori di Bushire. Egli riteneva che io mi fermassi almeno per la colazione, ed io vedevo difatti da una automobile far capolino ceste di vettovaglie.
Ma se volevo arrivare a Bagdad quella sera stessa, non c'era da perdere un minuto di tempo. Il vento era contrario ed abbastanza fresco e iij, attendevano altri 900 chilometri di strada. Anche partendo oftlto presto, era dubbio se a Bagdad avrei avuto luce sufficiente Iper l'ammaraggio. Feci telegrafare che tenessero pronto un proiettore per ogni evenienza.
Fatto il rifornimento, mi congedai dai gentili ospiti e m'imbarcai in fretta.
Presi una buona innaffiata, causa il mare mosso, mentre manovravo per decollare, e alle 12.30 ero di nuovo in volo, dirigendomi per il rombo di bussola 300, che corrispondeva alla rotta su Bassora.
In tutto il Golfo Persico il vento era abbastanza fresco ed esattamente contrario alla rotta. Passando sull'Isola di Kharag controllai che la velocitą media era assai bassa, di appena 125 chilometri.
Un ammaraggio di notte a Bagdad non mi garbava troppo, non ostante avessi fatto domandare un proiettore, sia per la mancanza della luce lunare, sia perchč il Tigri doveva essere in magra, ed era quindi difficile con l'oscuritą- scegliere la zona pił opportuna per discendere.
Ma quando raggiunsi la costa in fondo al Golfo Persico, mi accorsi che il vento andava visibilmente diminuendo, e riacquistai speranza.