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Un volo di 55.000 chilometri

Francesco De Pinedo
A. Mondadori Milano, 1927, pagine 287

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Francesco De Pinp.do
   Ed ecco di lontano i monti Siriaci, al di là dei quali avrei riveduto finalmente il Mediterraneo. Alla quota di 1700 metri passai sul colle di Bailan.
   Alle 14.55 planavo ad Alessandretta. C'era un piroscafo italiano nel porto, col pavese a riva perchè era l'anniversario della Vittoria.
   Mi recai flottando al solito posto di ormeggio sulla spiaggia, dove non c'era anima viva, perchè si prevedeva che io sarei arrivato più tardi. Ma poco dopo giunsero di corsa trafelati i miei buoni amici di Alessandretta e venne anche il comandante del piroscafo che era nella rada. Questi mi raccontò che teneva moltissimo a vedere il mio arrivo, ma che, non aspettandomi così presto, era andato anch'egli a riposare: era stato in piedi tutta la notte per rjlgessità di navigazione. Svegliato dal rombo del mio motore, a\pfa infilato una giacca ed era corso in coperta, ma in quel frattej,§>o io mi ero già ormeggiato nel porto. Ora egli si meravigliava della mia sveltezza.
   — Caro comandante — gli dissi — ma noi facciamo tre chilometri al minuto!
   Ad Alessandretta dovevo decidere se seguire la rotta dell'Egeo e della Grecia, oppure la rotta lungo la costa Nord dell'Africa. Ma dall'esame delle carte del Nord Africa, che mi avevano colà inviate, mi avvidi subito che Bengasi era un porto molto poco adatto per l'ammaraggio, perchè completamente aperto, e ini sarei esposto, in caso di cattivo tempo, al rischio di non potere più ripartire. I bollettini meteorologici di Alessandretta erano buoni, ma non sapevo quale fosse il tempo a Bengasi e a Tripoli. Viceversa avevo dei bollettini ottimi circa le condizioni di tempo tra Leros e Taranto. Non volli quindi barattare il certo per l'incerto, e mi decisi per la rotta del Nord.
   Quel pomeriggio andai a visitare il Residente Francese, che rividi con grande piacere, ed assistetti ad un piccolo ricevimento al Circolo Internazionale. Progettai di partire nella notte, in modo di arrivare a Napoli verso il tramonto, se il rifornimento a Leros e Taranto si fosse fatto rapidamente, come prevedevo.