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Un volo di 55.000 chilometri

Francesco De Pinedo
A. Mondadori Milano, 1927, pagine 287

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Francesco De Pinp.do
   Alle 6.53 ero su Capo Khelidonia. La costa dell'Anatolia in quella meravigliosa mattina era incantevole. Passai su Castello-rizzo ancora tutto addormentato: il villaggio sul bordo di una piccola insenatura» con le case che si specchiavano nelle acque, sembrava l'immagine della pace, e mi faceva sentire la nos^gia di qualche giorno di riposo, senza l'affannoso agitarsi delle nostre quotidiane partenze.
   Alle 9 planai in Leros, a Porto Laki, presso il nostro idroscalo. Era la prima terra dai noi toccata, su cui sventolava la bandiera italiana. Mi sembrava quasi un sogno. Le varie autorità mi fecero grandi feste, accogliendomi con affettuosa simpatia.
   Si diede subito mano al rifornimento, ma questo andò per le lunghe, poiché avevamo i serbatoi quasi vuoti; e così con il ritardo che ne veniva alla partenza vidi sfumare la gita per Napoli nello stesso pomeriggio.
   Appena pronto, mi feci rimorchiare in una posizione conveniente, e verso le 11 ero in volo. Diressi immediatamente per il Canale di Corinto. Un leggero vento da Nord-Est mi ostacolava un poco. *
   Alle 13.10 ero su Corinto, dove trovai i soliti fortissimi « re-mous », che sono una specialità di questo istmo. Debbo però dire che ero a quota molto bassa. All'altezza di Patrasso mi buttai sull'Epiro, seguendo presso a poco la stessa rotta che avevo tenuto all'andata, e aumentando di quota per doppiare le catene dei monti.
   Alle 15.15 ero sul mare Ionio, e feci rotta direttamente per Santa Maria di Leuca. Aguzzai lo sguardo per riconoscere il suolo patrio. Varie altre volte avevo atterrato su Otranto, e sapevo che à distanza si presentava come una lingua di terra molto bassa sul mare. Un po' dì foschìa e qualche straterello di nubi facevano da sipario alla vista; ma alle 15.45 mi apparve distintamente tra le nuvole una sottile linea sull'orizzonte: era Capo d'Otranto!
   Alle 16.13 precise passai sulla verticale della costa pugliese all'altezza di Tricase. Ero in Italia!
   Alle 17 del mio orologio, che corrispondevano alle 16 dell'ora italiana, mi libravo nel cielo di Taranto, e dopo un giro sul