Un volo di 55.000 chilometri ' 259
f, * ~~ ~
Canal Grande, dove una gran moltitudine si accalcava, planai 3 davanti l'idroscalo. Quel giorno avevo volato per circa dodici ore e compiuti 1800 chilometri: diciotto giorni prima avevamo lasciato il suolo giapponese. $ L'unico fastidio che risentivo del lungo volo era una dimi-1 ; nuzione dell'acutezza uditiva, che persisteva àncora per due O tre ore dopo di essere disceso dall'apparecchio; non mi trovai quindi in condizioni di sentire i vari saluti, che simpaticamente mi fu-: rono rivolti appena discesi in terra.
fi,' Arrivando a Taranto, ebbi un'idea dell'interesse col quale in X* Italia era stato seguito il mio volo e che avevo ignorato nella mia lontana peregrinazione. Tutti mi domandavano se fossi stanco. Per quanto negli ultimi due giorni avessi percorso da Bender i; Abbas a Taranto circa 4400 chilometri, volando trenta ore e la-li Vorando tutto il resto del tempo, se ne togli otto ore in tutto IP-di sonno, francamente e senza iattanza potevo affermare di non v essere stanco. E neppure Campanelli lo era. Forse era l'abita-- dine, forse era la mèta vicina che raddoppiava le nostre energie. i, Il giorno dopo alle 7.50 lasciai Taranto. Passai con tempo buono la Calabria alla quota di 2000 metri. Il Tirreno però ci trattò male. Alle 9.45 venne su da scirocco un nero uragano, e mi trovai così a vagolare lungo tempo in mezzo ad esso al Sud della Penisola Sorrentina, senza la possibilità di vedere terra e di po-terè quindi passare dall'altra parte. Cominciai a fare una rotta a zig-zag con la direttrice rivolta Jjv a ponente, tra la terra e il largo, finché non vidi in un valico v della Penisola Sorrentina Un breve passaggio tra le nuvole: non I credo che tra queste e la terra vi fossero più di venti metri di <' spazio. Mi infilai lì in mezzo, sfiorando gli alberi ed essendo , ; spesso succhiato verso terra da violentissimi vortici. Sorvolai due otre case, a breve altezza, ma ero finalmente sul Golfo di Napoli. Alle 10.25 planavo nel porto di Napoli! jp ¦ A terra, sotto la pioggia, S. A. R. la Duchessa d'Aosta era vedere l'arrivo in patria di Gennariello. Da Roma mi telefonarono di rinviare l'arrivo all'indomani, ^poiché a causa del cattivo tempo, non era consigliabile anima-
17. a. . F. De Cinedo — Un volo di 55.000 chilometri.