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Un volo di 55.000 chilometri

Francesco De Pinedo
A. Mondadori Milano, 1927, pagine 287

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Francesco De Pinp.do
   sua cellula Tina presa enorme al vento. Per questo pensai di risolvere il problema con la vela che ha la proprietà di aumentare la sua efficacia parallelamente alla forza del vento. #
   L'apparecchio, sotto l'azione del vento, tende a disporsi con la prua nella direzione di esso, per effetto degli impennaggi di coda ed a causa della maggiore immersione a prua. Bisognò correggere questa tendenza spostando verso prua il centro di pressione del vento. Furono eseguite numerose esperienze, e la sistemazione velica si ridusse al semplice impiego di un fiocco aljj^stremità della prua. Le aste del fiocco e la pennola furono costruite in duralluminio e così pure il timone, la cui forma riuscì del tutto simile a quella di un timone da cutter.
   La sistemazione del timone fu fatta lateralmente allo scafo, il più possibile verso poppa; e perchè il timone funzionasse efficacemente, sia come timone sia come deriva, fu previsto che dovesse sempre trovarsi dal lato di sottovento, e per questo esso poteva indifferentemente sistemarsi sia sulla dritta che sulla sinistra dello scafo.
   Il timone, perchè potesse funzionare bene anche come deriva, era di rilevanti dimensioni 'e fu largamente compensato, perchè non ne risultasse uno sforzo troppo grande sulla barra.
   In tal guisa il centro di figura della patte immersa veniva spostato verso poppa, e il centro velico verso prua in modo da diminuire la tendenza orziera dell'idrovolante.
   Tutta la sistemazione velica si poteva montare e smontare completamente in pochi minuti e riporre in apposite cappe nella coda. La pennola era innestata in un apposito alloggio sul longherone anteriore del piano centrale, ed era trattenuta da quattro venti in cavo di acciaio, che andavano a fissarsi ai quattro anelli di sospensione dell'apparecchio.
   L'asta di fiocco era in due pezzi smontabili ed era pure controventata con cavetti di acciaio. Le esperienze eseguite dimostrarono che l'apparecchio navigava benissimo col ventò di traverso, anche in condizioni sfavorevoli di mare, e poteva anche stringere ulteriormente il vento in condizioni di mare tranquille. In questo modo l'apparecchio acquistava una completa libertà di movimenti