Droga e consenso matrimoniale Ferdinando Palazzone 1982, pagine 177
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grave malattia per eccessiva medicina soporifera a lei somministrata entro lo spazio delle 48 ore precedenti la celebrazione; "e questo referto medico - dice testualmente la sentenza - non dimostra quello che fece l'attrice sotto l'influsso del veleno per due giorni, ma dimostra soltanto che la medesima medicina, della quale si parla, era stata somministrata alla medesima donna nel periodo predetto".
Tenute presenti queste cose - si conclude - messa da parte la questione se la donna anche ad arte o per forza ipnotica fu spinta (dal fidanzato) a contrari re le nozze, noi (giudici) perņ per certo abbiamo che la donna nel contrarre le nozze, per la ragione dell'eccessiva medicina sonnifera che precedentemente aveva ingerito, non fu al momento della celebrazione tale da prestare un consenso libero e conscio
; quindi, per il fatto che le parole pronunziate da colui che ha una mente talmente obnubilata "non possunt men=