Nel doloroso turbinio degli anni della sciagura e del disfacimento anche la bella Sezione del Nastro Azzurro Teramano, superba dei Suoi 12 anni di fervida attività, cadeva in rovina. Ogni valore che traeva forza dallo spirito, che avvicinava l'uomo al Cielo, secondo i lugubri messaggeri dei suoi regni sotterranei, doveva essere annientato e la Sezione periva.
Ogni tentativo, da parte dei buoni, per rimetterla in cammino non incontrava fortuna. Si andava avanti, nel penoso smarrimento, in tristezza, quando comparve tra gli Azzurri Aprutini, con giovanile ardore il bravo generale Riccardi - il non dimenticato "pioniere" della Gran Sasso - a risollevare le sorti della Sezione, trasformata in Federazione. Molti, nella feconda ripresa, gli atti compiuti. Riusciva, però, sommamente caro agli Azzurri l'atto, con il quale si dava ad essi, nella religiosità del valore, sinonimo di sacrificio cosciente la loro Patrona, scelta, nel mistico Anno Mariano e con il nome di MADONNINA AZZURRA della PINETA, nella dolcissima Madre del Redentore. Non solo, ma nello stesso anno si ricollocava quella Madonnina in effigie, solennemente, in un saccello, ricavato nella roccia della Fortezza di Civitella del Tronto, che fu in ogni tempo il cuore vivo, il Santuario del più puro valore italico. Dinnanzi a quella Rocca, bagnata nella Sacra difesa della libertà delle Genti, anche dal sangue di Eroiche Donne Civitellesi, la furia nemica trovava sempre la sua inesorabile e dura sconfitta.
Non poteva, quindi, il generale Riccardi, nella sua squisità sensibilità non scegliere quella luminosa località per la consacrazione del più Santo degli umani sentimenti.
E tutti gli anni, secondo la giurata promessa, quando il cielo è più Azzurro, più melodiose, di canti le campagne, più verdeggianti i boschi ed i campi, più puri i cuori, gli Azzurri Aprutini, con il loro Presidente alla testa, saliranno, alla Venerazione, alla Ricordanza.
E sperano, in un prossimo avvenire, di non essere più soli in questo Pellegrinaggio, poiché come è nella mente e nel cuore del Generle, la MADONNA AZZURRA della PINETA dal manto Celeste, dovrà essere la Patrona benefica di tutti gli Azzurri d'Italia, e la Rocca di Civitella, nel centro della Penisola, il cuore vivo della Patria Risorta.
Non potranno gli Azzurri, combattenti eletti, non ricordare, nel salire il Fatidico Colle della Eroica Fortezza di Civitella, le alate parola del DUCA di Ferro:
I giovani figli del fortissimo Abruzzo furono tenaci come le rocce delle loro aspre montagne, sereni come l'incanto di loro limpide visioni, vibranti di speranze come il verde dei loro piani ubertosi
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E su quelle speranze, nel salire, eleveranno i canti sgorganti dalla loro ardente italica passione.
Il nostro Generale Riccardi, intanto va preparando, con il suo dinamico entusiasmo, i nuovi giorni felici. La nostra Madonnina Azzurra si prepara ad essere come quella che fu della Eroica Fortezza, la Madonna venerata dalla Santa Barbara, patrona delle Fortezze, che i Combattenti invocavano nel momento decisivo della lotta; e la Città Fedelissima chiamava a gran voce a difesa delle umane sciagure e nei valorosi elementi dei Suoi Figli per la Libertà, per la Patria, per la Fede Cristiana.
Azzurro UMBERTO ADAMOLI
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