BERARDO
Se rivedessi la santa sorella! Ne aveste più notizie dopo la partenza?
GASTALDO
Una volta cacciatori, penetrati nel folto della selva, videro una figura di donna, avvolta di luce. Quando, colmi di meraviglia, stavano per raggiungerla, ella scomparve, tra gli alberi, come fantasma.
Altra volta, e il fatto si racconta nella vallata come novella, un cavaliere dall'aspetto nobile, dai modi cortesi, giunse nella selva dinanzi a una grotta, che pareva avesse vita. Vita aveva la grotta. Compariva sul limitare, al rumore, una donna leggera come colomba, mistica come un tramonto. Nacque tra i due, in quella solitudine, un canto lieve, che saliva armonioso dall'anima commossa. L'uno, il bel cavaliere, esaltava l'amore, la poesia, la santità della famiglia; l'altra, la dolce solitaria, in una spirituale luce, la gioia, la bellezza, il gaudio del cielo, dei beni celesti. Ma mentre il cavaliere, vinto dall'angelica apparizione, si prostrava, ella svaniva.
Quell'angelo non poteva non essere che vostra sorella.
BERARDO
Siamo qui fuori del comune, nella luce del prodigio.
(S'odono a questo punto fuori voci numerosi. Ascoltando)
Che accade?
GASTALDO
Non so. Vado a vedere.
BERARDO
(rimasto solo si muove, guarda i quadri appesi alle pareti, osserva i guasti del tempo, tentenna il capo)
SCENA SECONDA
GASTALDO
(che rientra dopo un po')
La voce del vostro ritorno è corsa rapida per la vallata. Molti di coloro che furono al servizio del castello sono venuti, con i figli, per farvi festa. Altra gente è in cammino. Ma tra questa folla vi è un messaggiero, di nome Matteo, con una bambina, giunto da Interamnia, alla vostra ricerca.
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