Umberto Adamoli
BERARDO DA PAGLIARA
(Dramma storico in quattro atti)


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     Il Signore m'illuminerà, mi conforterà nella mia non facile missione di pastore d'anime.

     (fuori la folla che attende Berardo canta in coro un canto paesano)


     BERARDO
     (rivolgendosi al messaggiero)
     Vi prego ora di recarvi a dire a coloro che mi aspettano che tra poco sarò con essi.

     (Il messaggiero esce)


     SCENA QUARTA

     BERARDO
     (Illuminato dalla luce rossastra del tramonto si muove, guarda di nuovo lo stato di rovina del castello. Manifesta, in un soliloquio, l'accorato suo animo)
     Quanta rovina! Tu rocca, che discendi dalle ambizioni, dalle passioni, dalla lotta dei secoli; tu, che ti ergesti, a volta a volta, a difesa del forte e a difesa del debole: tu, che rimanesti salda su questa altura ad ascoltare, nelle alterne vicende, la voce del tempo, i canti gioiosi e i rumori degli uragani funesti, taci oggi come persona morta.

     Neppure tu, nella tua possanza, ti sei salvata dalla legge eterna del nascere e del morire.
     Il chiostro aveva dato a me, nella mia ansia, pace e dimenticanza; ma in questo freddo silenzio non può il mio animo non riempirsi di voci, di memorie, di tristezza. Non posso non ricordare che qui nacqui; qui vissi in festa la tenera fanciullezza; qui intesi la parola più dolce, la carezza più morbida, della donna più cara; qui, con la soave sorella, dall'alto della torre, nelle sere di stelle, innalzai l'anima dalle miserie terrene alle dovizie del cielo.
     Ed ora tu rocca, con i segni del disfacimento, stai inerte e muta, come un sepolcro.

     (Fuori si riprende il canto in coro, per un poco sospeso. Berardo, con i segni della commozione, avvolto nella penombra, dalla luce dei tramonto, piega il capo tra le mani)


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Umberto