Umberto Adamoli
BERARDO DA PAGLIARA
(Dramma storico in quattro atti)


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     (Pausa)

     COLOMBA
     Parla, parla, fratello.

     BERARDO
     Ma prima che io parli narrami, sorella, le tue vicende, da quando, in quella mattinata mesta, ci separammo.

     COLOMBA
     Giorni ormai lontani...

     BERARDO
     (con mestizia)
     Lontani!

     COLOMBA
     Mi ricordo bene, fratello, la lotta che si ebbe a combattere in me prima d'abbandonare la cara cameretta e l'afflitta madre. Talvolta, nella lotta, pareva che prendessero il sopravvento gli affetti terreni; tal'altra, invece, il cielo, con le sue bellezze, le sue promesse. In queste alternative sogni, incubi, tristezza. Una sera che stavo in raccoglimento sulla torre, mi parve d'udire una voce ammonitrice, per il mio indugio. Dovevo andare. Cosė voleva il Signore. Presi qualche oggetto, baciai la porta della stanza dei genitori e, nella notte, mi misi in cammino.

     Prima d'entrare nel bosco rivolsi uno sguardo al castello, illuminato dalla luna. Lagrime calde bagnarono il mio viso, ma andai avanti. Camminai, senza stanchezza tutto quel giorno. Avevo la febbre dell'isolamento. La nuova notte mi colse nel pieno bosco. Sostai per riposare. Sentii in quel punto, nel suo mistero, la voce grande dell'universo. Pareva che tutto avesse voce in quella solitudine: alberi, fiori, erbe, acque. Sentivo di vivere in un mondo nuovo. Cullata da una musica, che mi suonava dolce in fondo all'anima, m'addormentai. Mi svegliai con l'aurora e ripresi il cammino.
     (Pausa)
     Ripresi il cammino e mi cibai quel giorno, i giorni seguenti e sempre, degli stessi cibi che il buon Dio elargiva a tutti gli esseri che vivevano nel bosco.


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Umberto