Camminai, camminai ancora. In sulla sera del giorno dopo raggiunsi una grotta ampia, profonda, ornata di stalattiti. Pareva che stesse quella grotta ad attendermi. Non andai oltre.
E là i giorni seguirono ai giorni, i mesi ai mesi.
BERARDO
E dopo, sorella?
COLOMBA
Vissi là per molto tempo. Quella solitudine mi attraeva, m'avvicinava sempre più al cielo. Mi commuovevano le aurore, nell'ora del tramonto, nella benigna stagione, pareva che con i bisbigli, i fruscii, i canti del bosco, inni di gloria s'inalzassero al Signore.
(Pausa)
Oh! Quante volte, però, ripensando al castello, alla mamma cara, mestizia mi pungeva. Lo spirito, fin che è rinchiuso nella materia, conserva sempre un po' delle umane passioni.
BERARDO
I sentimenti che si nutrono per la madre anche essi, sorella, muovono dallo spirito.
COLOMBA
E' vero. Ne intesi sempre la voce, i sospiri, il pianto. Ne intesi il trapasso. Ora la cara, dolcissima madre è a godere le gioie del paradiso.
BERARDO
(con meraviglia)
Lo sapevi, sorella?
COLOMBA
Sì, lo sapevo. Appena dopo il trapasso, rividi la mamma.
Ero, nel cuore della notte, tra la veglia e il sonno, quando intesi, vicino, un lieve fruscio. Mi voltai. Vidi una figura luminosa, vestita di bianco. Ne udii la voce; ne sentii quasi la carezza.
«Colomba, Colomba, figlia mia cara».
«Mamma, mamma!».
Quando, ansiosa, tesi le mani per abbracciarla, ella scomparve.
Quella apparizione miracolosa mi è rimasta, come cosa sacra, viva nell'anima.
BERARDO
Tutto qui è meraviglioso. Rivedere la mamma...
(Pausa)
|