Con l'arruolamento nel corpo della Guardia di Finanza avvenuto
nel 1896 a soli 18 anni, inizia per Umberto un lungo periodo
della vita che lo porta lontano dalla terra d'origine: per le
esigenze del servizio si succedono negli anni le permanenze a
Maddaloni, Oria, Cavallasca, Firenze, Cagliari, Caserta,
Grosseto, Ascoli Piceno, Servola, Chieti, oltre la lunga
parentesi della prima grande guerra. Il continuo peregrinare,
oltre l'impegno imprescindibile del servizio come finanziere,
svolto lungamente nella solitudine della montagna, gli
impediscono qualsiasi progetto di costituire una propria
famiglia, esigenza che Umberto avverte in maniera crescente con
il trascorrere degli anni. Solamente dopo il trasferimento a
Chieti, che lo riavvicina alla terra natia, potrà realizzare il
sospirato progetto, unendosi in matrimonio con Clarice Cameli.
Nel libro di memorie Umberto si sofferma più volte a rievocare i
sentimenti amorosi suscitati nelle fanciulle incontrate nei
luoghi dove prestò servizio: idilli che sembrano essere rimasti
il più delle volte platonici, perché Umberto sembra essersi
sottratto il più possibile ai coinvolgimenti sentimentali, nella
prospettiva del raggiungimento degli obiettivi professionali e
del definitivo ritorno nella sua Teramo: "In quei palpiti,
in quella poesia, in quel profumo d'aurora vi era davvero da
smarrirsi. Ma io non mi smarrivo, non perdevo di vista la meta,
ancora lontana, che m'ero proposto di raggiungere. (...) Io avevo
sempre fisso, nella mente, Teramo. Pensavo a Teramo come ad una
luminosa terra promessa, nella quale attuare quel disegno".
Ricorda Anita, che "dopo il bimbo non aveva voluto amare più
nessuno"; ricorda la sorella minore di Anita, Sofia, "soave fanciulla,
dal candido animo, (che) s'era rifugiata, monaca, in un convento
di Torino"; ricorda la studentessa milanese Antonietta "dal
cuore acceso d'amoroso fuoco" che lo "ricercava, ansiosa,
ovunque" e con la quale faceva "passeggiate
sentimentali lungo il lago, su per le verdi colline, nel bosco di
castagni" e che, tornata nella città meneghina, le inviava
"la Farfalla o l'Amore illustrato, con scritti, in cui
versava la sua passione, i lamenti, i sentimenti vivi del suo
animo, per un amore senza speranza". Ricorda le graziose
principessine della casa imperiale austriaca conosciute sul
piroscafo dove presta servizio sul lago di Lugano, che si
intrattenevano con lui "sotto gli occhi severi delle
governanti" e che villeggiavano per un mese in un loro
castello nei pressi di Lugano. Idilli giovanili che passavano,
"come in un sogno delizioso".
Di questi idilli, oltre alla nostalgica e commossa rievocazione
di Umberto, restano alcune lettere ricevute nel periodo in
cui egli, giungendo dal borgo di Servola presso Trieste, è stato
destinato per il servizio a Chieti. A Servola Umberto, con il grado di capitano, era stato trasferito con la sua compagnia per il periodo dell'armistizio, e qui egli aveva requisito per l'alloggio, secondo gli usi di guerra, una stanza presso la villa d'un prussiano, ingegnere e direttore d'un alto forno. Parte di queste lettere gli
giungono dalla tedesca Martha, "crini d'oro ed occhi
azzurri, intellettuale, colta", "dalla flessuosa e alta persona", figlia maggiore della casa
dove lui è ospitato a Servola. Spesso si davano "convegno nel
giardino annesso alla villa, nel boschetto degli oleandri, ove si
leggevano e si commentavano, con commosso animo, i migliori
scrittori, i migliori poeti e tedeschi ed italiani", mentre
lei le faceva pure da insegnante di tedesco. Le belle,
commoventi e struggenti lettere di Martha rivelano un animo
estremamente sensibile e lacerato, carico di sentimento e di
rimpianto. Parte delle lettere giungono invece da Ketty, di
tutt'altro temperamento, di "famiglia austriaca, molto
vivace, nella bruna bellezza", già fidanzata, che giunse ad
insidiare la tranquilla amicizia con Martha: "Cercava, con
mille moine, d'attrarmi a sé, per far dispetto a Martha. Non ne
conoscevo le ragioni. Io resistevo, validamente. Una sera
m'invitava, la sirena, scaltramente, d'accompagnarla in città,
al cinematografo. Ero posto al bivio, ma, per non apparire
scortese, andavo. Non era tutto. Nel riaccompagnarla a casa,
poiché avevo tenuto un contegno corretto, m'attirava, la
notturna ninfa, entro il recinto della villa, ove abitava
soltanto con il padre. M'attirava ancora, con dolce arte,
dall'uno all'altro vialetto, entro i meandri fioriti, illuminati
da un bel chiaro di luna. Non so in quella notte quanto tempo
restassi in quell'alcova di sogno, profumata di gelsomini. Quando
rientrai nella villa di Servola, ove Martha forse vegliava con
l'animo teso, l'alba annunziava già ai mortali il sorgere vicino
del giorno."
Le languide corrispondenze s'interrompono definitivamente proprio
alla vigilia del matrimonio con Clarice che viene celebrato nel
giugno 1921: l'ultimo contatto con Martha, l'addio definitivo,
avviene il 21 maggio di quell'anno. (Federico Adamoli)
LETTERE RICEVUTE DA MARTHA MEYES - SERVOLA
Servola, 14.XII.19
Mio Umberto! Tua bambina sta male, soffre di sentirti lontano. Ho
tanti pensieri e inoltre mamma è ammalata. Ha passato una
cattivissima giornata ieri; oggi sta un po' meglio. Per domani
aspetto un saluto dagli Abruzzi, poi ti risponderò.
15.XII
Sai quanto conforto mi è stato ricevere la tua lettera, mio
Umberto? Ieri sera ero così triste che infine son andata cercare
fotografie dove sei tu. L'oceano è immenso e mia nave vi è come
sperduta, ma ringrazia il destino che le ha fatto incontrare e
viaggiare un breve tratto insieme con quell'altra che le ha dato
tante gioie. Si anch'io ringrazio e benedico il destino d'aver
conosciuta tua anima e se anche tua via ti condurrà lontano, mi
resterà un ricordo che non potrebbe esser più bello. Ho
sofferto molto, molto questi giorni e vedo ancora altri brutti
giorni davanti a me e forse anche un avvenire non bello ma sento
che non sarà inutile per me questo dolore e spero che tu sarai
sempre convinto che l'affetto che ti ho dato era di un anima
sincera. Sarà così?
La sera dopo tua partenza il tenente ci ha portato dei saluti di
te e ne ero tanto contenta.
Hai raccontato a tua sorella della bionda tedesca? Chi sa cosa ne
dice! Sono tante volte coi pensieri tra voi, se si potrebbe fare
viaggi come i pensieri! Ti raccomando quando hai del buon vino
bevi anche un sorso alla mia salute. La bottiglia di spumante mi
ha reso ottimi servizi, fa bene quando si vede le cose troppo
oscure. Devo scriverti un po' di nascosto perché con la lettera
di Giovedì avevo sfortuna. L'avevo poggiata un momento giusto
per mettermi il cappotto. Mamma passa e vede la lettera e un po'
stupefatta mi dice: ma questo è urgente. Aveva ragione, ma io
l'ho rassicurata che non erano che poche righe per dirsi qualche
cosa. Ma tu scrivimi pur spesso. Oggi è andato benissimo.
Buona notte!
Ti bacio nel pensiero.
Tua bambina
* * *
(tradotta dal tedesco)
Servola, 16.XII.1919
Caro Amico!
Molte grazie per le tue care cartoline e per la lettera. Noi
l'abbiamo letta con gioia ma abbiamo anche riso un po'!
Mi racconti di Servola e bevi del buon vino. Mi fa piacere che
tua stai bene e ti auguro buon divertimento per le tue vacanze.
Spero che i dolori di spalla ti siano passati. Come deve essere
bello lì. Il panorama delle cartoline sono magnifici. Mandaci
anche qualche cartolina dei dintorni, delle tue montagne con la
neve. Qui è sempre bel tempo, c'è poca bora, c'è sempre il
sole ma fa freddo.
Mamma oggi sta un po' meglio ma deve restare ancora a letto,
perciò ho molto da fare, ma non fa niente. Mi auguro solo che
guarisca presto. Abbiamo trascorsi brutti giorni. Scrivi presto.
Scrivici come puoi. Non fa niente se noi ridiamo. Migliorerà e
con il tempo tu diventerai maestro (non professore) della lingua
tedesca.
Noi ti ringraziamo molto per i gentili saluti di tuo zio, di tua
zia, della sorella e contraccambiamo cordialmente.
Tanti saluti dalla tua insegnante.
Martha Meyes
* * *
Sabato 19.12.19
Umberto mio, perché non mi scrivi più non mi rispondi.
Devo intendere quella lettera come grido d'addio? Passo giorni
tristissimi. Ti ho scritto due volte in questi giorni ma non ho
spedito ancora.
Se tutto è finito ti auguro che il bene che hai fatto a me ti
giova per la tua felicità, ben mio
Forse sono anche inutili questi miei pensieri?
Ti saluta con tutto l'affetto di sua anima.
Tua Martha
* * *
(cartolina scritta da Roma e tradotta dal tedesco):
19.III.1920
Caro Signor Capitano!
Posso scriverle e dirle come questa bella Roma mi piace. Quando
sono al foro vedo in sogno lo splendore della vecchia Roma. Oggi
sono stata al Gianicolo, dove si ha una magnifica vista di tutta
Roma. Molte poesie del nostro Carducci mi vennero in mente, mi
fece ricordare delle belle ore. Io ti penso molto, moltissimo ed
è perché tu non lo vuoi che finora non ti ho scritto. Il
congedo mi ha fatto molto male. Io penso spesso come possa stare
tua zia.
* * *
11.V.1920
Mio caro povero Umberto!
Sentiamo con te il dolore per la tua cara zia, per quell'anima
che con tanta resistenza lottava contro la sorte segnata. In noi
è rimasto fedele il ricordo di tutto quello che ci hai
raccontato di lei e c'immaginiamo quanto ti è dolorosa la
perdita. E tua sorella come starà?
Per noi continua la vita silenziosa un giorno come l'altro e
sento tanto il vuoto e vedo che anche i miei lo sentono. E così
parliamo ben spesso di quel pellegrino che ci era tanto caro.
Maggio fiorisce e tutto ride e le rose si aprono, ma mi fanno
male quest'anno, mi pesa la solitudine e il silenzio in quella
camera che rimane sempre chiusa e qualche volta dico ancora
"Guten Morgen, Herr Hampsmann!" Vivono nel mio ricordo
tutti i momenti, i giorni felici. E la mia consolazione d'aver la
mia buona famiglia, i miei cari ai quali devo dare tutto il mio
affetto in questi tempi difficili. La partenza della famiglia
Fellegger ci ha dato un'idea quanto è triste la partenza di un
posto, di una casa dove si ha vissuto anni felici e anche noi
dobbiamo pensare alla possibilità che un giorno tocchi anche a
noi così.
Per intanto godiamo ancora tanto che possiamo della nostra bella
casa, del giardino, del mare e speriamo avere qui in estate i
miei fratelli e la mia cognata. Se il pellegrino potesse esservi
anche! Tu cosa farai ora e cosa pensi? Passano anche per tua
memoria i ricordi dei tempi passati? Scriverai?
Ti saluta con tanto affetto
Tua
Lebheim
* * *
18.V.1920
Mio caro Umberto,
devo dirti che ho letto la tua lettera con gioia e con pianto! I
nostri sentimenti sono ancora uniti malgrado la lontananza e in
noi suona la medesima musica, armonie di dolore e di rimpianto.
La mia anima è sempre in cerca di quell'altra con la quale
sentiva e godeva tutte le cose belle della natura della vita e
dell'arte e quando mi giunse la cara lettera mi pareva sentirla
vicino, mi era dolce carezzare la povera lettera. E tutto mi
sembrava più bello, tutto rifioriva come prima. Ammiravo il
tramonto, godevo del profumo delle rose, ero lieta come gli
uccellini e perché? Forse perché rivivevo in me stessa il bel
tempo passato, perché sentivo il pellegrino ancora vicino come
presente. Davanti a me ho un mazzo di ginestra colti domenica a
San Pantaleone. Danno un profumo dolce quasi inebriante e il
colore è così vivo che sembrano fiamme. E tanto vivo è anche
in me il ricordo di quelle ore lieti, felici, soavi. I nostri
libri mi guardano anche melanconicamente, ma per ora non ho
potuto ancora leggervi, mi mancheresti troppo. Nel Carducci è
rimasto come segno il nastro nero alla mattinata che per ultimo
hai letto.
Per distrarmi non mi ha mancato lavoro, ho rimesso in ordine la
casa per l'estate. E quando abbiamo finito in casa, verso sera,
andiamo nell'orto a cogliere fragole, ciliegie, piselli; facciamo
come i contadini, ma ci sembra una delle ore più liete della
giornata.
Con mamma parlo spesso di te, dovresti sapere quanto ti sei fatto
volere bene da essa. Tu dovresti scriverle per il suo compleanno
al 24. Manda i tuoi Gluickwinsche. Povero tedesco, i nostri
studi: Gunten Morgen, Herr Hampsmann, Wie geht es Ihmen? Lernen
wis?
Come va a casa tua? Non hai potuto ancora andarci? Hai tanto da
fare nel nuovo posto?
Saluti affettuosi da tutti i miei
und von Deines
Lehrerin.
* * *
(cartolina postale scritta dalla madre di Martha):
Servola, 23.V.20
Il pellegrino è andato molto lontano, ma è andato in un bel
paese, come vediamo sulle cartoline. Mai più le vediamo, mai più,
io posso farle la più piccola gentilezza!?
I nostri pensieri le accompagnano, dio le benedica e le faccia
trovare felicità, perché tanto volte procurava a noi allegria e
conforto specialmente in quelle sere di doloroso ricordo!
Indimenticabile il tempo che abbiamo passato!
Grazie per le cartoline e la gentile lettera.
Con saluti affettuosi
A. Meyer
* * *
29.VI.1920
Mio caro Umberto,
sento nelle tue care parole le nostre anime tanto unite
nell'affetto, tanto vicine nel pensare e sentire che più ancora
è dolorosa la lontananza. Se io non pensassi che vi è una
Potenza buona e giusta, la Ragione suprema che guida il destino
vorrei imprecare contro questo. E' mia consolazione pensare che
non è un destino cieco che ci fa soffrire e che non soffriamo
inutilmente. Non voglio neanche pensare se forse ci rivedremo
ancora una volta, dirmi che probabilmente non sarà più mi da un
dolore che non posso sopportare e speranza non mi posso pur dare
nessuna. Penso soltanto al passato, ai giorni felici, belli,
troppo presto passati, troppo poco goduti. Delle volte m'inganno
a pensare che l'avessi ancora qui vicino, di godere con te il
sole, la natura, ti dico le mie impressioni quando leggo qualche
cosa di bello. Io ti leggo volentieri ma con tristezza nel cuore,
voglio pur continuare a leggere nella tua lingua che mi è
diventata così cara. Ora leggo qua a la qualche brano o poesia
nel Limpido Rivo di Pascoli, il libro è di Arturo. Vi trovo
anche tanti pensieri gentili e sentiti e così belli nella loro
semplicità. Il poeta dice che tutti noi abbiamo nell'anima una
parte che resta sempre un fanciullo anche quando siamo grandi.
Sono pochi e sono i più infelici quelli che non sentono in se
stessi la voce del fanciullo. Noi si, abbiamo saputo sentirlo,
l'ascoltavamo quando suonava in noi la gioiosa musica, quando
eravamo trasportati verso la poesia, il grande il bello. Con lui
sappiamo godere le bellezze serene della natura e gioire di tante
cose che rimangono nascoste a quelli che non sentono. Si, tu mio
amico, hai conosciuta la mia anima, ne hai fatto suonare le corde
più belle. Non è possibile che io non ti serbi malgrado le
diversità l'amicizia del cuore e il pensiero che tu mi dai la
tua è per me un raggio di sole che sempre mi segue e mi
riscalda.
Ho avuto la cartolina da Teramo e m'avevo già spiegato così il
senso delle parole gentili in Spagnuolo di tua sorella. Sento con
piacere che sta meglio ora. Così sarete spesso assieme, ci
andrai tutte le domeniche, come le passerete? Per me è questa la
più bella stagione dell'anno. Quanto sole, che belle sere lunghe
ancora più perché anche la luna da il suo chiarore. Tu lontano
nel tuo bel paese e io qui ammiriamo le stesse cose. Quando tu
contempli il tramonto dietro montagne di neve io sono di solito
sulla terrazza della sala degli oleandri e vedo tramontare il
sole nel mare. Forse in quel momento s'incontrano i nostri
pensieri?
(traduzione dal tedesco)
Capisci ancora un po' di tedesco? Mamma ti saluta molto. Ancora
molti dolori di testa. Ti pensa volentieri.
Cordiali saluti nella mia amicizia.
Martha
* * *
20.8.1920
Mio caro Umberto - ho voluto scriverti parecchie volte fin d'ora,
ho cominciato delle lettere per strapparle poi - devo scriverti
tutto come penso, sarà meglio così. Quando ricevetti la tua
lettera - tanto aspettata - e vi lessi che tu mi serberai per
sempre un caro ricordo - si spegneva in me anche quell'ultima
piccola speranza che il mio cuore in segreto ancora nutriva e che
nelle ore di tristezza ancora m'illuminava e mi confortava. Tu
non ne hai colpa. I sentimenti che ho per te sono più vivi e più
forti che l'amicizia e ne soffro molto. Ho un cuore di donna
anch'io che desidera avere una famiglia, uno scopo che occupi
tutto il mio essere. Ho veduto la felicità di mia cognata di mio
fratello e con melanconia mi domandavo perché non devo essere
felice anch'io?
Aspettavo con ansia una tua visita ma mi pare che come le cose
troppo belle anche questo progetto non si realizzerà oppure sarà
soltanto per un nuovo doloroso addio. Intanto si ha parlato del
mio viaggio e siccome mia cognata desidera molto avermi da essa
è stabilita la mia partenza per i primi di ottobre. Sarà forse
bene per me di stare un po' lontana in un paese dove non tutto mi
ricorda quel tempo passato insieme e quel sogno d'oro tanto
desiderato che pure - se non può avverarsi - devo dimenticare.
Forse dopo qualche tempo potrò pensare a te con sentimenti
soltanto di amicizia. Puoi essere certo però che ti serberò
sempre un ricordo grato e nel cuore sempre ti benedirò per il
bene che m'hai fatto. Ho potuto scriverti così con franchezza,
non me ne vorrai?
Ti saluto con tutto l'affetto di mia anima ancora tua
Martha
* * *
Talor due navi
S'incontran nell'Oceano deserto,
Arresta l'una presso all'altra il fianco
E palpita sull'onda: lenta, lenta
Si dipartono poi, s'affolla a poppa
Di qua di là tutta la gente: addio, addio!
Nel giorno della separazione vada un saluto intenso all'amico lontano.
Martha
Servola, 4 maggio 1921
LETTERE RICEVUTE DA KETTY ZOBEL - TRIESTE
Carissimo Umberto
Con grandissimo piacere ricevetti la tua gentile lettera per la
tua buona memoria. D'altronde molto mi rincresce la perdita della
tua zia, che so tu amavi come una madre purtroppo nella vita si
ha dei dolori che pel momento non si trova rassegnazione credi
che soltanto il tempo può lenire una perdita così grave. E
meglio che presentemente sei tanto occupato cosicché la tua
mente sarà obbligata a pensare ad altre cose.
Penso con immenso dispiacere che ora le tue visite mi mancano
molto purtroppo tutto passa - ma spero d'aver il piacere lo
stesso d'una tua visitina di quanto in quanto che mi farà
felice.
Scrivimi spesso, frattanto t'invio tanti baci affettuosi.
Ketty Zobel
Trieste li 12.5.20
* * *
21.5.1920
Carissimo Umberto!
Ricevetti oggi 18 corr. la tua carissima lettera, davvero sono
molto affezionata a te e non puoi immaginarti quanto mi manca la
tua cara compagnia.
Ti ho scritto una lettera l'altro ieri, spero l'avrai ricevuta.
Bene, ritorna presto - sarei molto contenta di fare un quattro
chiacchiere con te - ero già tanto abituata che ora sento
proprio la mancanza fa in modo di ritornare o almeno qualche
scappata.
Mi domandi dove vado in giro nessun luogo da quando sei tu via
sono stata una volta con la Baronessa al Caffè e un altra in
gita per Grignano e con noi c'era il Cap. Castelli e un suo amico
che non rammento il suo nome ma egli ti conosceva anzi diceva che
andavi sempre ai balli con lui assieme, vedi niente di
divertente.
Dunque ricordati di me e scrivimi presto frattanto t'invio
affettuosi baci ed abbracci.
Ketty Zobel
* * *
Caro Umberto
Finalmente dopo una così lunga aspettativa mi giunse lunedì
scorso la tua tanto aspettata lettera dalla quale vedo che non
puoi nemmeno rispondermi una lettera otto giorni. Sarà ma non lo
credo perché cinque minuti troverai di tempo ogni settimana per
scrivermi.
Mi pare che le tue terre e i tuoi parenti ti hanno fatto
dimenticare Trieste con tutto il resto.
Non credo nemmeno ai tuoi rimpianti. Mi domandi se sarei contenta
se verreste a Trieste, quindici giorni fa avrei detto di si, ma
adesso come vedo meglio che resti la.
Io giri non ci faccio e di contrappesi non vado in cerca come voi
altri Italiani. Del resto io qui m'annoio, non c'è divertimenti
di sorta.
Gite non abbiamo più fatto. Ho domandato alla Baronessa se ha
ricevuto la tua cartolina, ha detto di si ma non poteva
risponderti perché tu non le hai messo l'indirizzo. Dunque
scrivi presto e qualcosa di più per la nostra amicizia e
confidenza che abbiamo l'uno verso l'altro.
Con tanti baci ti saluta
Ketty Zobel
Guarda di venir questa estate una volta a Trieste
Trieste li 6.6.20
* * *
Caro Umberto
Eccomi pronta a rispondere a la tua tanto sospirata lettera, e
subito vedi! senza punizione (perché non sono affatto
vendicativa.)
Del resto il tuo castigo non mi ferisce sapendo di non meritarlo.
La frase che ti diede tanto ai nervi non era letteralmente
sincera .... Capisci? .....
Non posso e non voglio credere ai nostri nuovi fratelli degli...
Abruzzesi. No no... non vorrei illudermi. Come a Trieste!
Eppure soltanto i fatti potrebbero fare sparire i miei dubbi. In
quanto ai ricordi quelli me li terrò sempre cari e non vorrei
per nessuna cosa al mondo guastarli con dei disinganni!
In quanto al trasferimento di Castelli egli rimane qui.
Sempre col pensiero a te ti bacia
Ketty
Trieste li 24/6/20
* * *
Caro Umberto
Grazie per la cara tua lettera come pure per le cartoline.
Perché dunque non hai fatto una scappatina a Trieste? Che poco
intraprendente!
Tu scrivi non so se il destino mi consentirà di tornare ancora a
Trieste. E questa la tua energia, non hai tu dunque una ferma
volontà?
Devo io credere che ti lasci portare e spingere dal vento! E ti
fermi al primo più piccolo ostacolo.
Bada che ciò non è bello e non mi piace affatto.
Un uomo non deve sottomettersi ma lottare per la propria sorte e
crearsi il destino da solo. Prendi esempio del Castelli che
trasferito a Idria ha saputo girare e rigirare fino a che le fu
concesso di rimanere qui.
Non devi dunque più scrivermi: Spero di poter tornare, ma -
Voglio tornare e tornerò; capisci?
Ein mann ein Work!
In quanto a divertimenti non ne ho e non li nemmeno cerco. Io
passo il tempo ricordando tempi migliori e soffocando dal caldo.
Addio dunque e un presto rivederci ti bacia
Ketty
Trieste 20/7/20
* * *
Trieste, 5.8.20
Caro Umberto
Tu non devi esagerare e pensare ch'io intendo giusto il lottare e
combattere contro l'impossibile. No certo, questo non sarebbe
saggio. Ci sono delle cose al mondo dove anche la lotta è
inutile. Dove si deve male o bene adattarsi al destino con santa
rassegnazione. Ma il caso tuo non è di questo genere.
Tu ti trovi appunto in una situazione dove con una buona dose di
volontà potresti avvicinarti alla sorte desiderata. Se questo
fosse il tuo vero pensiero...
Ma dimmi Umberto non hai forse fra i pastori trovato la dolce
pastorella? La pastorella che ti trasforma la campagna in un
paradiso e non ti permette a rimpiangere più nulla??
Io vedi vivo circondata da divertimenti senza approfittarne. Vivo
nella solitudine non perché sono obbligata ma perché niente mi
attrae, e infine vivo nei miei ricordi perché mi sono
estremamente cari.
Addio Umberto scrivi presto
ti bacia Ketty
* * *
16.8.1920
Caro Umberto
Dunque tu risenti oltre alle virtù (che apprezzo molto) anche i
difetti della tua razza. Conoscere i propri difetti è il primo
passo verso un miglioramento. Ciò mi fa piacere! Vedo che hai
delle buone inclinazioni e hai disposizioni di diventarmi una
perfezione.
Caro Umberto non puoi immaginarti quanto mi rallegra il pensiero
di poterti rivedere.
Fa il possibile ti prego altrimenti avrei una disillusione troppo
dolorosa.
Sono estremamente triste. Questo autunno alle porte. Le giornate
già tanto accorciate mi danno una grande malinconia. Come tutto
passa presto! Quanto tempo già trascorso dalla tua partenza!
Vieni, vieni, sii una volta energico e fa valere la tua volontà.
Anch'io come te godo poco dei divertimenti.
Vado la più parte dalla cugina oppure rimango a casa dove c'è
sempre che fare.
Addio caro anzi arrivederci e spero presto. Ti bacia
Ketty
* * *
Caro Umberto
Soltanto una cartolina! dopo aver atteso con tanta brama una tua
risposta. Che vuol dire ciò? La mia lettera ti ha forse
dispiaciuto??
Se questo fosse, mi rincresce, non essendo certo mia intenzione
d'annoiarti con scritti che ti disgustano.
Ti ringrazio che almeno, ricordi il passato, e rimpiangi la
lontananza.
tua
Ketty
Trieste li 30.9.20
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