Non si sapeva direttamente, questo è il punto centrale della documentazione, aspetto che naturalmente bisogna approfondire; non si sapeva direttamente della copertura da parte del podestà Adamoli, c'erano però due episodi che facevano sospettarlo: i due poliziotti in borghese che portarono la lettera (oppure due vigili urbani), con l'invito a spostarsi da Teramo, e il signor Morpurgo che diceva di essere stato ospitato dall'Adamoli.
Non sappiamo come nacque l'iniziativa di scrivere una lettera di ringraziamento al podestà Adamoli, ma si può ritenere che sia stato anche un modo di ringraziarlo, considerato anche che il podestà subito dopo la liberazione fu arrestato e subì poi quel percorso, tradizionale peraltro, riservato agli ex-fascisti.
Raccontano ancora le sorelle Cannarutto: a Teramo la vita riprese normale, la mamma Margherita fu reimpiegata al Provveditorato agli studi di Teramo, dove Licia frequentò l'istituto tecnico Vincenzo Comi, seconda superiore ragioneria; Rosi frequentò la seconda elementare. L'estate del 1944 Licia prendeva ripetizioni di matematica dalla signora Porporas, per recuperare l'anno scolastico precedente perduto. La mamma Margherita aveva conosciuto la signora Porporas, che era capo-cellula del reparto femminile dell'allora partito comunista. Per reazione al periodo fascista mamma Margherita e la figlia Licia si fecero la tessera del partito comunista. Dopo la guerra Licia e Rosi hanno mantenuto i contatti con la famiglia Di Bartolomeo, come è noto; qui c'è un rappresentante della famiglia, l'amico Giacinto. Hanno poi sempre conservato affetto, amicizia e gratitudine in tutti questi decenni. Nel 1952 Rosi andò a Villa Ripa a fare la prima comunione. Nel 1956 Rosi andò in vacanza a Villa Ripa ospite dei Di Bartolomeo per 15 giorni. Nel 1961 Licia andò a fare vacanza a Villa Ripa per due volte: la prima per un mese, la seconda per 15 giorni. Negli anni successivi hanno continuato a vedersi e a mantenere questi contatti.
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