Incontro al Liceo Classico "Melchiorre Delfico" di Teramo su: |
Fabrizio Stelo |
Stefania Di Padova |
Iside Lanciaprima |
Roberto Ricci |
Il 15 aprile 2024 si è svolta presso l'Aula Magna del Liceo Classico "Melchiorre Delfico" di Teramo una breve ma intensa cerimonia: un incontro tra gli alunni delle classi del prof. Roberto Ricci e i rappresentanti delle più importanti istituzioni della città, con la presenza del Prefetto di Teramo Dott. Fabrizio Stelo e del vice Sindaco Avv. Stefania Di Padova.
La Preside Iside Lanciaprima nel presentare la cerimonia, sottolinea l'importanza dell'occasione per poter dialogare con il Prefetto e mostrare i lavori che il liceo sta portando avanti. La cerimonia viene aperta menzionando il brillante risultato conseguito da un alunno del Liceo Delfico, in occasione del XXIII Certamen Ovidianum Sulmonese, dove nel concorso di latino Francesco Colucci ha ottenuto il primo premio. L'alunno è brevemente intervenuto, sottolineando che si è trattata di una esperienza molto formativa, svoltasi in un clima di grande accoglienza. Colucci ha voluto ringraziare la propria insegnante di latino e greco che gli ha trasmesso la passione e dato la possibilità di partecipare al prestigioso concorso.
La Preside sottolinea che tra i lavori svolti dagli alunni c'è quello che ha riguardato Umberto Adamoli, recentemente proclamato Giusto tra le Nazioni, sulla cui figura è imperniata l'incontro odierno. Aggiunge che tra i lavori in corso di svolgimento è da rimarcare quello che riguarda un professore che nel passato ha insegnato nel liceo teramano, anche se vi è rimasto un solo anno: il prof. Leonardo Cocito.
Al riguardo mi precisa il prof. Roberto Ricci: “Si tratta del prof. Leonardo Cocito di Genova, insegnante di lettere classiche al Liceo “M. Dèlfico” nell’anno scolastico 1935 – 1936, poi al Liceo Classico “Govoni” di Alba in Piemonte. Tra i suo allievi va menzionato lo scrittore Beppe Fenoglio che lo ricorda direttamente nel suo celebre romanzo “Il partigiano Johnny”. Amico fraterno di Pietro Chiodi, poi importante professore di filosofia nell’Università di Torino. Antifascista, diventa capo partigiano nelle langhe. Catturato da tedeschi viene impiccato a Carignano in Piemonte il 7 settembre 1944. Medaglia d’oro al valore militare”.
Viene chiamata ad intervenire l'alunna Giulia Ferrazzano della classe III A, che consegna alle autorità intervenute una bozza del lavoro svolto su Umberto Adamoli. L'alunna espone brevemente le vicende descritte da Licia Cannarutto che riguardarono gli ebrei giunti a Teramo dopo un viaggio avventuroso, partendo da Trieste e passando per città che avevano subito pesanti bombardamenti come Bologna. Giunti a Teramo vennero ospitati presso la locanda Il Cantinone, e nell'imminenza del rastrellamento degli israeliti, vennero avvicinati da un agente in borghese, il quale consigliò loro di fare una "vacanza" ed invitandoli ad allontanarsi dalla città. Vennero quindi ospitati dalla famiglia Di Bartolomeo, nella frazione di Villa Ripa, dove gli abitanti del luogo li accettarono senza farsi troppe domande. L'alunna ricorda come dopo la guerra, nel 1952, i Cannarutto ritornarono a Villa Ripa per partecipare attivamente alla vita della famiglia Di Bartolomeo. Riguardo ad Umberto Adamoli l'alunna ricorda il suo arresto, dopo la liberazione, in quanto podestà della città e menziona la lettera che gli ebrei vollero scrivere per rendere merito al comportamento del podestà di Teramo.
Interviene il prof. Roberto Ricci che nel ringraziare il prefetto ed il vice sindaco per la presenza istituzionale ricorda gli oltre 200 anni del Liceo Delfico e la recente gita fatta in Grecia dove hanno visitato Delfi: "è un modo per capire che c'è qualcosa che ci tiene insieme, cioè questo amore per la conoscenza e il sapere". Il prof. Ricci sottolinea che il lavoro che ha riguardato Umberto Adamoli è stato portato avanti nel corso di diversi anni scolastici, con la speranza finalmente di concluderlo, anche con la collaborazione del comune di Teramo, che già negli anni scorsi, grazie all'allora sindaco Maurizio Brucchi, volle dare con la cerimonia svoltasi nel 2014 onore e visibilità ad un riconoscimento per la figura e l'opera di Umberto Adamoli, che adesso è Giusto tra le Nazioni: "E' una conclusione doverosa, dopo tanti anni, istituzionale, culturale e civile, che ci interessa e ci impegna come liceo e come comunità teramana" e "chiude in bellezza questo lavoro assolutamente didattico ma anche culturale e civile".
Interviene brevemente anche il rappresentante della famiglia che ospitò a Villa Ripa la famiglia Cannarutto, Giacinto Di Bartolomeo, il quale ricorda che all'epoca dei fatti lui non era ancora nato: quando i Cannarutto arrivarono a Villa Ripa alla ricerca di una sistemazione incontrarono sua madre che si attivò, e grazie alla suocera accolsero nella propria casa la famiglia triestina. Nel corso dei decenni successivi hanno sempre conservato il legame affettivo con le rispettive famiglie, ed in diverse occasioni i Cannarutto sono tornati a Teramo, la prima volta nel 1952, quando Giacinto Di Bartolomeo ebbe modo di conoscerli. Sono tornati in diverse occasioni, ed egli stesso si è recato più volte a Trieste, l'ultima volta quando Licia Cannarutto, recentemente scomparsa, compì i 90 anni. Giacinto Di Bartolomeo fa presente che a Villa Ripa furono ospitate diverse famiglie di ebrei, ma solo i Cannarutto hanno conservato il legame e sono tornati più volte in questi luoghi.
Interviene quindi il Prefetto di Teramo, dottor Fabrizio Stelo, il quale confessa la propria emozione per la sua presenza nel Liceo teramano. Nel delineare la figura di Umberto Adamoli il Prefetto fa presente che egli "aveva una caratteristica particolare: non era un prete, non era un carabiniere, un partigiano o un combattente. Era un podestà, appartenente allo stato, al regime, eppure non esitò a mettere a rischio la propria vita".
Il Prefetto Stelo espone che la commissione del centro Yad Vashem, incaricata di valutare i gesti compiuti dai soggetti coinvolti nel salvataggio degli ebrei per il riconoscimento del titolo di Giusto tra le Nazioni, è costituita da una trentina di persone, e per il riconoscimento viene richiesta una larghissima maggioranza. Su Umberto Adamoli si sono trovati d'accordo subito, e non è stato chiesto un supplemento d'indagine. Il Prefetto aggiunge che per il momento la cerimonia di consegna della medaglia d'oro è stata sospesa perché uno degli organizzatori, l'Ambasciata d'Israele, ha preferito soprassedere a causa della situazione esistente nella martoriata terra di Israele. Il riconoscimento ad Adamoli fa onore ad una comunità piccola come quella di Teramo, ed è un evento che rimarrà nella storia della città.
Nel suo intervento il Prefetto ha voluto intrattenersi brevemente sul Certamen Ovidianum Sulmonese. Nel complimentarsi con l'alunno Francesco Colucci, sottolinea come in questi ultimi anni si sono moltiplicate queste gare, che richiedono spirito di competizione, di preparazione, e volontà di mettersi alla prova con sé stessi. Il Prefetto si sofferma sul significato e sulla forza della passione, dato che l'alunno ha inteso ringraziare il proprio professore che gli ha trasmesso entusiasmo e passione. Egli dice: "A volte critichiamo, criticate i professori, i quali al di la delle spiegazioni e delle interrogazioni debbono saper instillare la passione per la propria materia. Quando un professore riesce a farvi piacere la materia, essa diventa più facile. Voi uscirete da questo liceo per fare altre scelte a livello universitario: sceglierete la vostra facoltà, ed avrete una possibilità di scelta che noi della nostra generazione non avevamo, ed avrete un lavoro. Ricordatevi che per 30-40 anni dovrete andare ogni mattina sul posto di lavoro, ed un conto è andarci con il sorriso, fare un qualcosa che vi piace, ed un conto è svolgere un lavoro per puro dovere. A volte nella vita non si può scegliere, ma cercate di realizzare le vostre passioni. Io sono 30 anni che lavoro, ed ancora sono contento di farlo. Sono fortunato a mettere nel lavoro lo stesso entusiasmo, la stessa passione di quando avevo appena superato il concorso insieme a persone molto più grandi di me. All'epoca erano tutti quanti uomini, adesso, meno male, il mondo è molto cambiato in questo senso. Cercate di preparare per il vostro futuro lavorativo anche delle alternative, un piano B o un piano C. A volte il piano A non riesce perché potrete trovare dei ragazzi più bravi di voi. Però mi permetto di darvi questo consiglio: cercate di realizzare le vostre passioni".
Segue l'intervento del vice sindaco di Teramo Stefania Di Padova che apprezza il lavoro portato avanti dal liceo, "lo studio della storia e di quello che gli uomini hanno dato e che deve essere un esempio per le nuove generazioni, soprattutto in un momento storico come quello che stiamo vivendo". Relativamente allo studio condotto su Umberto Adamoli e le vicende che riguardarono gli ebrei presenti a Teramo, il vice-sindaco sottolinea l'importanza di studiare figure come quelle del teramano: "deve essere un monito per tutti quanti noi, riuscire a non perdere la nostra umanità, a non perdere il senso dell'accoglienza, del soccorso, ed anche la forza e la capacità di poter dire NO a qualcosa che effettivamente non risulta essere giusto, e mantenere la propria individualità, il proprio concetto di bene e di giustizia. E' bene ricordare che queste giornate non devono restare solo come una data nel nostro calendario, ma devono essere una vera e propria testimonianza di quello che è stata la storia, di quello che è il presente ma soprattutto di quello che è il futuro".
Il vice sindaco si rifà infine anche alle parole del Prefetto Stelo sull'importanza della passione, e rivolta agli alunni li esorta a portarle avanti: "la passione vi dà lo slancio, ogni giorno, di arrivare a quelli che sono i vostri obiettivi, Ma la passione a volte è anche dover rinunciare a qualcosa. E quale è la rinuncia che porta maggiore soddisfazione? Rinunciare alla propria vita, rinunciare per dare all'altro, questa è la passione più bella, perché questo è amore, perché amore significa a volte rinunciare a sé stessi e donarsi agli altri. Donatevi all'altro, chiunque esso sia. Oggi forse ne abbiamo ancora di più la necessità, in questo momento particolare che stiamo vivendo. In questi giorni sono ritornata mentalmente al 1991, quando liceale come voi ero davanti alla televisione e vedevo quei missili che andavano a bombardare il Kuwait. E' ancora triste vedere che ciò che è accaduto nel 1991 lo stiamo rivivendo adesso: non si riesce, con il dialogo - e questa forse è una grande pecca che abbiamo noi politici - a mettersi tutti quanti a sedere intorno a un tavolo per cercare di superare quelli che possono essere gli ostacoli. In questo caso sono ostacoli e acredini che hanno radici profonde nella storia di quella terra e di quel popolo. Però dobbiamo capire che ci sono uomini, bambini, donne che hanno la necessità di vivere un futuro che sia pieno di passione e di amore, e di fargli apprezzare quello che noi oggi, in un altra nazione, riusciamo a vivere: pace, libertà e democrazia devono aleggiare in ogni nazione perché soltanto così si potrà avere una visione completa dell'essere un Giusto tra le Nazioni".
Interviene nuovamente il Prefetto Stelo, il quale brevemente, rivolgendosi agli alunni, entra nel merito di un tema molto delicato, diffuso soprattutto tra i ragazzi della loro età. Dice il Prefetto: "La nostra generazione purtroppo ha vissuto con eventi come la guerra nella ex Jugoslavia, con stupri di massa e fatti allucinanti ed inumani, abbiamo visto il muro di Berlino, che ho anche attraversato, quando c'era. Purtroppo l'uomo, inteso nel senso maschile, non impara mai dai propri errori. Siamo vissuti in una Italia libera, democratica, con il quadro della nostra costituzione, che nella prima parte ancora oggi è meravigliosa per i diritti e per i doveri, e abbiamo la possibilità di cambiare ciò che non ci va bene. Se vi trovate davanti a situazioni inaccettabili, la cosa che potete fare è non voltarvi dall'altra parte con chi è in difficoltà. Purtroppo ci sono persone in difficoltà, a causa di malattie, problemi di salute, e abbiamo molti ragazzi e molte ragazze in difficoltà per bullismo, o violenza di genere. Sono fenomeni inaccettabili che purtroppo spesso la vittima tiene per sé e non dice a nessuno, per paura, per vergogna, per qualunque motivo teoricamente comprensibile. Per queste situazioni ci sono le forze dell'ordine, le associazioni, i genitori, i professori, che possono dare una mano. Speriamo non succeda mai, speriamo non succeda a voi, ma se avete un amico, un'amica, e vedete comportamenti strani, un livido, provate ad aiutare perché se non tira fuori quello che subisce nessuno può dargli una mano. Quindi non vi voltate dall'altra parte, cercate di essere sempre disponibili verso chi ha una difficoltà. Anche voi nel vostro piccolo potete fare tanto, per amici, coetanei, parenti, fidanzate".
Su questo tema aggiunge la Preside Lanciaprima: "I ragazzi, durante l'assemblea d'istituto, essi stessi hanno chiesto l'intervento nell'aula magna dei carabinieri, che sono venuti proprio per questo argomento, e quindi hanno partecipato. E' stata una scelta non della dirigenza, ma l'abbiamo concordata insieme, è venuto dai ragazzi, e questo gli fa veramente onore".
La Preside chiude l'incontro: "Ci avviamo alla conclusione di questa giornata, e siamo molto contenti degli illustri ospiti che hanno onorato la nostra scuola, come siamo molto contenti del premio del Certamen, ed anche dei lavori che i ragazzi stanno facendo. Siamo anche molto tristi per la situazione internazionale, ed il nostro augurio, come penso anche quello vostro, sia quello della pace. Grazie".