Il Maggiore Umberto Adamoli in pochi anni di governo, ridiede al
Comune di Silvi una novella fisionomia, con un'amministrazione
operante, vigile, rettilinea.
Ritiratosi a Teramo tra la pace e le gioie familiari, vi
trascorre la vita del meritato riposo, rinfrancando il suo
spirito in una silenziosa fioritura di opere di intelligenza e di
bene, alle quali non ha saputo mai rinunziare. Per cui, anche
nella sua ritiratezza, nella sua innata modestia, non è riuscito
a sottrarsi all'attenzione dei benpensanti.
Il Prefetto Tincani che ha buon fiuto e porta in tutti gli atti
del suo governo il senso vero, reale della moralità
amministrativa, ha individuato nell'Adamoli l'uomo della
situazione, per affidargli le sorti del Comune di Teramo.
I fatti dicono che il Prefetto Tincani procede con fine
discernimento.
Il Podestà Adamoli è all'opera e, dalle prime battute abbiamo i
segni rivelatori dell'amministratore che ha esatta coscienza del
suo mandato. Egli non manda; ma va dove il bisogno lo esige.
Indaga e, risalito alle cause, agisce con prontezza e giustizia
ammirabili. Un'altra dote che lo rende prezioso amministratore è
l'intuito prontissimo che possiede, per cui discerne a colpo
d'occhio le situazioni fino alle ultime recondite conseguenze.
Giova a tal riguardo segnalare tra i tanti, due fatti.
Miano, una delle frazioni più importanti di Teramo, ha un tratto
di strada franoso che, da oltre un trentennio costituiva l'incubo
del paese. Molte volte si restava tagliati dal consorzio civile
per mesi e mesi. Le Amministrazioni del tempo, intervenivano con
i cosiddetti panonielli(?).
Il Podestà Adamoli resosi conto di persona della tragica
situazione del paese, senza esitare un solo attimo si è posto
all'opera. In pochi giorni ben cinque volte si è recato sul
luogo del lavoro. Nella seconda quindicina del prossimo Ottobre,
Miano riavrà il suo transito normale.
Ecco il secondo fatto. La strada comunale di Miano fu costruita
nel 1873. Mancano tre miseri chilometri per essere allacciata
alla sottostante provinciale Roseto-Isola del Gran Sasso.
Tutte le amministrazioni comunali del capoluogo che si sono
avvicendate al potere dal 1873 in poi, hanno considerato quei tre
chilometri di strada come interessanti Miano; per cui si sono
sentiti autorizzati invocare il vecchio assioma: "De minimis
non curat praetor".
A tal punto cade in acconcio una considerazione: in 67 anni, un
Comune di terza classe, non una; ma dieci volte avrebbe eseguito
tre chilometri di strada.
Il Cav. Adamoli che, come abbiamo detto si rende conto de visu
dei bisogni dei suoi amministrati, con una ricognizione locale,
immantinente si è reso edotto che, i vilipesi tre chilometri di
strada, più che di Miano, investono in sommo grado gl'interessi
di Teramo, giovando a mettere in comunicazione diretta, comoda e
breve tutta la importante vallata del Mavone col Capoluogo; da
esso oggi virtualmente straniato per difettosa viabilità.
Il Cav. Adamoli, con spontaneità e franchezza ha fatto
intendere, che anche di questo problema accetta la risoluzione.
Il popolo di Miano con grato animo proclama la sua riconoscenza
al Podestà Adamoli che, se cura con fermezza di propositi
gl'interessi del Capoluogo, con pari nobiltà d'intenti prende a
cuore i bisogni delle Frazioni.
Così si serve la causa del bene!
Sua Eccellenza il Prefetto, autentico osservatore della moralità
amministrativa, prenda atto di questa segnalazione.
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