Il Colonnello Umberto Adamoli è nato a Rocciano (Teramo) il 10
maggio 1878.
A 18 anni, seguendo una sua particolare inclinazione, si arruolò
nella Guardia di Finanza, e dopo alcuni anni di duro servizio
militare prestato ad Oria, al confine svizzero, riuscì ad essere
ammesso all'Accademia di Caserta, dove conseguì il grado di
sottotenente.
Partecipò alla prima Guerra mondiale ed in seguito ad una
brillante operazione, condotta sul Costesin, al comando di una
Sezione Mitraglieri, composta di Fiamme Gialle e aggregata alla
Brigata Ivrea, fu decorato di medaglia d'argento.
Rimase in servizio fino al 1928, anno in cui lasciava il Corpo
della Guardia di Finanza col grado di Maggiore. In tale
circostanza il Comandante del Corpo gli inviava la seguente
lettera: "La fulgida prova di eroismo da Lei data in guerra
e gli utili servizi sempre resi in pace, in pro'
dell'amministrazione, stanno a dimostrare che la Patria potrà,
in qualsiasi circostanza, fare su di Lei sicuro
affidamento". Altra lettera gli era inviata dai suoi
Sottufficiali: "Non festa, né parole le potranno dimostrare
in questa ora non desiderata l'affetto, la stima, la perenne
gratitudine dell'animo nostro, noi che abbiamo sempre apprezzato
le di Lei esimie qualità di cuore, d'intelletto, di sapere. Noi
piangiamo questo giorno perché sappiamo di perdere una persona
di tempra adamantina, un saggio consigliere, una sicura guida, il
patriottismo della nostra bella divisa, la divisa del Finanziere
italiano che Lei voleva vedere assurto a quella stima e dignità,
di cui per le sue benemerenze ha sacrosanto diritto. Ed insegnava
a noi, col valore della penna, con la fermezza, con la fede e la
passione il culto ardente per la patria adorata. Per la patria,
ma anche per l'esaltazione e l'onore del Corpo. Ella ebbe a
combattere da valoroso sui campi di battaglia: ebbe ad avere sul
campo l'insegna dei prodi".
Si ritirava a Silvi Marina, a vita privata ma la sua rettitudine
non poteva sfuggire agli uomini di governo del tempo e nel 1931
fu nominato Capo dell'Amministrazione comunale di Silvi, restando
in carica per più di tre anni. In quel periodo provvide ad
aprire e ad alberare strade, a promuovere costruzioni, a far
funzionare enti di assistenza. Istituì in Silvi l'Asilo
infantile che allora mancava. I Caduti della Grande Guerra, quasi
dimenticati, rivedevano la luce in un monumento innalzato su sua
iniziativa su una pubblica piazza. Nel momento in cui lasciava
l'incarico per trasferirsi a Teramo, fra le tante lettere
pervenutegli, una gli era indirizzata dalle buone Suore
dell'Asilo, lettera che qui si riporta nei punti essenziali:
"Le giunga gradito il nostro ricordo unito ai sensi della più
sentita gratitudine anche da parte dei cari bambini, suoi
protetti. Come immaginavamo, la sua partenza ha lasciato un
grandissimo vuoto, che diventa sempre più sentito. Invano i
bimbi l'attendono e fanno a gara per moltiplicare fioretti e
preghiere, affinché il buon Dio voglia rimunerarlo di tutto e
rendere prospera e felice la sua esistenza".
Nel 1939 fu nominato prima Commissario al Comune di Teramo e poi
Capo della stessa Amministrazione, assolvendo con vera passione
il suo incarico.
Durante la sua Amministrazione fu completato l'isolamento del
Duomo, sogno secolare dei Teramani, essendo stato liberato da
tutte le casupole che ne nascondevano la monumentale bellezza; ed
era stato scoperto in parte l'importante teatro romano, demolite
molte case vecchie e cadenti. Nelle frazioni furono costruiti i
primi nuovi edifici scolastici, nuovi cimiteri, aperte nuove
strade.
In ogni sua mansione il Colonnello Adamoli portava il suo
scrupolo e la sua diligenza, sì che già ad un anno dall'inizio
della sua Amministrazione era insignito dal Capo dello Stato
dell'Onorificienza di Commendatore dell'Ordine allora della
Corona d'Italia.
Si distinse durante la guerra nell'opera di assistenza a favore
degli sfollati e a favore di gruppi israeliti rifugiatisi a
Teramo e che sempre riuscì a sottrarre alla furia tedesca. In
altra circostanza il Colonnello Adamoli diede prova della
fermezza del suo carattere e del suo spirito eroico quando,
respingendo le richieste di alcuni ufficiali tedeschi che nel
palazzo del Municipio chiedevano come ostaggi cento cittadini per
le loro insane rappresaglie, offriva per tutti la propria vita.
Alla generosa offerta degli stessi ufficiali tedeschi, abbassando
il capo, si allontanavano senza insistere nella loro richiesta.
Dopo la Liberazione la sua attività ispirata sempre a scopi
altamente umani fu da tutti riconosciuta.
E' stato più volte Consigliere Comunale e Consigliere
Provinciale dando sempre il suo contributo allo sviluppo
democratico delle Amministrazioni. E' stato Presidente del Nastro
Azzurro, Presidente dei Combattenti, Presidente della Commissione
Provinciale delle Imposte Dirette, carica che ha ricoperto per
circa dodici anni, Presidente dell'Asilo Infantile "N.
Palma", nel passato fu anche Amministratore degli Ospedali e
Istituti Riuniti.
Ha contribuito nel dopoguerra a promuovere come Presidente del
Teatro Stabile "Città di Teramo" attività ed
educazione drammatica tra i giovani. Autore del Volume "Nel
turbinio d'una tempesta" d'interesse storico per il periodo
in cui, caduto il fascismo, si attendeva, in seguito agli eventi
bellici, la ripresa democratica della vita teramana.
Ha scritto parecchi lavori teatrali quali "Berardo da
Pagliara" e "L'angelo del Gran Sasso", presentati
al pubblico in occasione di festività religiose raccogliendo
larghi consensi sia tra i cittadini che presso le Autorità
religiose e studiosi. Il lavoro "Il santo dei
carcerati", dedicato a S.E. il Vescovo di Teramo Monsignor
Stanislao Battistelli, rispecchia il lungo periodo in cui il
Colonnello Adamoli è stato Presidente della Commissione a favore
dei carcerati dando prova della sua elevata sensibilità d'animo.
In seno all'Opera Maternità e Infanzia è a loro nota l'attività
svolta.
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