Benito Mussolini
Diario di guerra (1915-1917)


Pagina 26 di 147       

%


     Io mi domando: «Ma non è già questo un ordine del giorno bellissimo? Che cosa posso dire, io, di meglio e di più?» Tuttavia, obbedisco. Fra anziani e richiamati, si cominciano a stabilire rapporti di amicizia. Nel primo plotone, di richiamati non ci sono che io. Tutti gli altri sono anziani che si trovano al reggimento dal principio della guerra. Spesso mi raccontano episodi interessantissimi. L'avanzata su Plezzo, le azioni sul Vrsig. I caporali, hanno riunito le squadre e leggono l'ordine del giorno.

     4 Ottobre.
     Cielo stellato sino a mezzanotte. Stamane nevica. Ci esercitiamo al lancio di bombe.

     5 Ottobre.
     Stanotte sono stato quattro ore di vedetta. Pioveva.

     6 Ottobre.
     — Zaino in spalla! —
     È giunto l'ordine di raggiungere sullo Jaworcek gli altri battaglioni. Ci mettiamo in marcia. Il capitano ci precede. Porta lo zaino e la caramella. Sosta al Comando del reggimento. Discorso del colonnello, seguito dalla lettura di un lungo elenco di bersaglieri della 7a proposti per una ricompensa al valor militare.
     — Bersaglieri della settima, al colonnello dell'11°, hurrà!
     — Hurrà! —
     Pulizia al fucile. Distribuzione di scarpe. Durante queste operazioni, faccio la conoscenza di un sergente degli alpini, di Monza, ferventissimo interventista, entusiasta della nostra guerra.
     Giunge l'8a compagnia. Qualcuno mi annuncia che il caporale Buscema è rimasto ferito da una cannonata, il 26 settembre. Il colonnello ripete il discorso ai bersaglieri dell'8a. Crepuscolo. Si parte.

     7 Ottobre.
     La marcia di stanotte fra tenebre fittissime, per una mulattiera scoscesa e fangosa, entro un bosco, è stata dura.